Abbondanza nella vita Vs. Realismo

Sotto consiglio di Aptero apro una nuova discussione riguardo quest’argomento.



Il post da cui si parte è in risposta ad uno de LoSpagnolo:



Zio sti grandi progetti di vita sono così importanti? Se provo a fare qualcosa mi vengono tagliate le gambe.
Uno dei più grossi problemi è anche l'attrito con i famigliari per un giovane. Per alcuni più per altri meno. Non tutti possono comprendere.

La famiglia ti obbliga a seguire una strada. Ti ha dato da mangiare fin da piccolo e ti ha cresciuto investendo energie e tempo.

Questo problema non viene mai tenuto in considerazione. Posso pensare che tutti qui provengano da una classe sociale medio-alta quindi molto più libera mentalmente ed economicamente agiata. Possono permettersi uno stile di vita con più opportunità.

C'è chi l'abbondanza non ce l'ha e si è dovuto guadagnare tutto col sudore.

Mi ricordo un vecchio post dove hai consigliato di fare lavori manuali per esempio. Questo mi ha fatto dedurre che tu non ne abbia mai fatto uno seriamente (posso sbagliarmi eh! dimmi come stanno le cose).
La mia idea è che chi ha i soldi può permettersi molto di più. Chi non ce li ha è fregato. Dipende tutto dalla botta di culo dove nasci.
Col duro lavoro NON si fanno i soldi! Te lo assicuro al 100xcento! Da quando avevo 15 anni per necessità ho dovuto fare lavori di merda sfruttato e sottopagato guardando i miei coetanei divertirsi e non fare un cazzo.
E nemmeno studiare serve ad un cazzo se non hai parenti che ti parino il culo. Solo fregando la gente si fanno i soldi. L'esperienza di vita mi ha insegnato questo.
Probabilmente non vivo in questo senso nella mentalità dell'abbondanza. Dopotutto la stratificazione sociale serve a questo.

Scusate se sono andato off-topic, non volevo aprire una nuova discussione.

Chiedo il tuo parere capo

La storia è anche piena di individui che, partendo dal nulla o quasi, sono arrivati ad essere ricchi, o comunque benestanti. Io ho la fortuna di avere un esempio di questo in famiglia: mio padre. Esempio che contraddice anche l’assioma secondo cui il duro lavoro non porta risultati.



Mio padre è nato da una famiglia numerosa e povera, una classica famiglia contadina. Ha lavorato fin da bambino, facendo lavori manuali nei campi. Poi però ha voluto cambiare strada, mi ha raccontato ormai decine e decine di volte questa storia per spronarmi. Stufo della vita nei campi e desideroso di potersi permettere qualcosa in più (una casa, una macchina, cose che la vita contadina difficilmente gli avrebbe concesso) si è messo in gioco: una volta è capitato quasi per caso in un cantiere, ha scambiato due chiacchere con chi ci lavorava, l’hanno preso in simpatia e l’hanno invitato a lavorare con loro. Non sapeva un beneamato di edilizia, ma ha detto di si, e ha iniziato dal nulla, imparando da zero una professione. Ci ha messo l’anima, andava a lavorare in bicicletta ogni mattina, e imparava in fretta. Così l’han chiamato anche per il cantiere successivo, e per quello dopo ancora. Tra l’altro, storia nella storia, è stato proprio in questi cantieri che ha conosciuto un amico, al cui matrimonio ha poi conosciuto mia madre.



Una volta imparate le basi del mestiere, ha iniziato a lavorare in pianta stabile come dipendente di alcuni lontani parenti che avevano un’azienda edile, ma la cosa gli stava stretta. Era sfruttato e sottopagato, proprio come te. Cosa ha fatto allora? Ha trovato un socio e ha iniziato un’attività da solo. E’ partito con un trattore, una carriola, due secchi e qualche attrezzo. Piccoli lavori, col cui ricavato ha comprato altre attrezzature, con cui poter fare lavori più grossi. Non era tutto rose e fiori, s’è dovuto fare un mazzo come una casa, in senso letterale visto il campo in cui lavorava :slight_smile: Spesso doveva lavorare nel fine settimana, i soldi scarseggiavano perchè venivano tutti investiti nell’azienda, ma lo faceva volentieri per via della passione e della possibilità che il sacrificio gli avrebbe dato di ampliare la sua attività. Nel giro di qualche anno lui e il suo socio avevano due aziende ben avviate. Nel frattempo i vecchi datori di lavoro si erano fatti sentire, proponendogli contratti di lavoro ben più vantaggiosi di quelli precedenti, ma le offerte venivano puntualmente respinte.



Certo, quelli erano altri tempi, un percorso simile era senz’altro più fattibil rispetto a ora. Tuttavia l’esperienza di mio padre mi è utile per capire che, a prescindere dalle condizioni di partenza, si può sempre migliorare con impegno, dedizione e perseveranza, anche senza fregare il prossimo. Un povero può diventare benestante. Un benestante può diventare ricco. Un ricco può diventare ancora più ricco. Banche permettendo, ovviamente.



A casa mia stiamo abbastanza bene, non navighiamo nell’oro ma abbiamo tutto quello che ci serve per vivere in maniera decorosa e piacevole. Io sono andato all’università, e i miei genitori hanno contribuito economicamente alla mia formazione. Volendo, avrei potuto farmi pagare gli studi completamente. Tuttavia, forse proprio grazie all’esempio di mio padre, ho sempre cercato una sorta di autonomia. Ho iniziato a lavorare fin da quando avevo 15 anni, come raccoglitore di frutta. Ho lavorato un’estate anche come operaio in una distilleria (esalazioni alcoliche = sbronze gratis, yeah XD ). Ho fatto ciò anche per avere maggiore possibilità di scelta circa la direzione da prendere, e queste scelte mi hanno portato a fare un lavoro che mi piace e che mi da diverse soddisfazioni. La mia famiglia avrebbe voluto che portassi avanti l’azienda di mio padre, ma io ho preferito trovare la mia via, proprio come fece mio padre con mio nonno. E come mio padre, anche se in un settore completamente diverso e in una situazione economica diversa (lui povero in tempo di crescita, io benestante in tempo di crisi), ho abbandonato un lavoro da dipendente che mi stava stretto per avviare la collaborazione con un’agenzia.



La questione dell’abbondanza sta qui, secondo me. Non tarparsi le ali per la paura del futuro, ma cogliere le sfide e e vedere i periodi di cambiamento come occasioni per rilanciarsi. L’abbondanza è nelle possibilità, non in ciò che abbiamo già ottenuto, L’abbondanza non è nel passato, è nello sguardo che dal presente rivolgiamo al futuro.

Discussione potenzialmente illuminante…grazie Don per lo spunto!



Mi ritiro a deliberare una riflessione a riguardo…

dici che con il duro lavoro non si fanno i soldi…



ma se quel duro lavoro lo incanali in qualcosa che realmente ti appassiona si accende la miccia…



capisco che ci possano essere situazioni più o meno agevoli…



quindi serviranno più o meno palle per trovare la propria strada

io ho 16 anni e vado a scuola, non ho mai lavorato, però vedo i miei genitori che lavorano tutto il giorno per non farmi mancare niente. fanno lavori di merda, ci si riesce a togliere pochi sfizi, però ho tutto quello che mi serve, mi va bene così… a quanto pare in italia andrà sempre peggio, il futuro non lo sa nessuno,non so che cosa farò da grande, non so cosa farò tra due mesi, però sono fiducioso… Tutto è possibile :wink:

Soldi? i soldi sono la base dell’infelicità, come ha detto un grande uomo che forze conoscete (Bob Marley): I soldi sono la base di ogni male. “Sono stati creati per tenere la gente in catene, sono un sostituto della realtà.” Perchè pensate sempre ai soldi? Non sono i soldi che vi rendono fichi, e non sono certo essenziali per divertirsi, essere libero da ogni bene terreno è la libertà, per citare per l’ennesima volta un altro grande personaggio di fantasia: “le cose che possiedi alla fine ti possiedono”. Soldi… Bah, hai detto bene tu che ti spaccavi la schiena con lavori umilianti per guadagnare, questa non mi sembra libertà. Ragazzi ricordatevi, i soldi ci rendono schiavi; sono i nostri pensieri e le nostre azioni che ci rendono liberi!

Si ma alla cassa del supermercato non accettano pagamenti in libertà.



Va bene tutto, ma cerchiamo un po’ di essere obiettivi, al di la di citazioni che, per quanto utili siano se clte nel giusto contesto, di certo non riempiono lo stomaco. Non demonizziamo i soldi, e non facciamone nemmeno il nostro dio.



I soldi sono una convenzione, un mezzo a cui arbitrariamente diamo un valore e che sono serviti per creare un’economia dinamica, che andasse oltre il baratto. Poi se ne è abusato, chiaro.



Ma se uno deve unire il pranzo con la cena, e non ha altra soluzione, deve anche scendere a compromessi e accettare lavori faticosi o umilianti. L’importante è non perdere il focus sulle possibilità che si aprono, è non farci ingabbiare nella convinzione che questa sia una situazione destinata a non cambiare mai, è cogliere le opportunità che la vita ci offre, e saper correre anche qualche rischio.

…concordo con i concetti espressi, fermo restando che i soldi sono necessari per avere una vita dignitosa(e concedersi anche qualche vizio volendo) , ed è bene organizzarsi(anche senza fregare il prossimo)per ottenere una autonomia… però ci tengo a ricordare anche se ovvio e banale, che con i soldi non si misura assoulutamente il valore personale, anche se rispecchiano una posizione sociale e potere. Non devono mai diventare il fine, sono solo uno strumento… e poi un provolone con i soldi lo conosciamo bene tutti… il Berlusca… avrà anche un mare di soldi ma è un puttaniere e non un seduttore… ed ho detto tutto.

L’abbondanza economica io la chiamo più volentieri agio, è una condizione sicuramente più favorevole, ed anche se la famiglia mette paletti e limiti io credo che con il giusto impegno si può costruire il necessario nella maggior parte delle situazioni… quindi Don sii forte :slight_smile:

appena ho tempo nei prox giorni rispondo a tutti. andate avanti