La storia è anche piena di individui che, partendo dal nulla o quasi, sono arrivati ad essere ricchi, o comunque benestanti. Io ho la fortuna di avere un esempio di questo in famiglia: mio padre. Esempio che contraddice anche l’assioma secondo cui il duro lavoro non porta risultati.
Mio padre è nato da una famiglia numerosa e povera, una classica famiglia contadina. Ha lavorato fin da bambino, facendo lavori manuali nei campi. Poi però ha voluto cambiare strada, mi ha raccontato ormai decine e decine di volte questa storia per spronarmi. Stufo della vita nei campi e desideroso di potersi permettere qualcosa in più (una casa, una macchina, cose che la vita contadina difficilmente gli avrebbe concesso) si è messo in gioco: una volta è capitato quasi per caso in un cantiere, ha scambiato due chiacchere con chi ci lavorava, l’hanno preso in simpatia e l’hanno invitato a lavorare con loro. Non sapeva un beneamato di edilizia, ma ha detto di si, e ha iniziato dal nulla, imparando da zero una professione. Ci ha messo l’anima, andava a lavorare in bicicletta ogni mattina, e imparava in fretta. Così l’han chiamato anche per il cantiere successivo, e per quello dopo ancora. Tra l’altro, storia nella storia, è stato proprio in questi cantieri che ha conosciuto un amico, al cui matrimonio ha poi conosciuto mia madre.
Una volta imparate le basi del mestiere, ha iniziato a lavorare in pianta stabile come dipendente di alcuni lontani parenti che avevano un’azienda edile, ma la cosa gli stava stretta. Era sfruttato e sottopagato, proprio come te. Cosa ha fatto allora? Ha trovato un socio e ha iniziato un’attività da solo. E’ partito con un trattore, una carriola, due secchi e qualche attrezzo. Piccoli lavori, col cui ricavato ha comprato altre attrezzature, con cui poter fare lavori più grossi. Non era tutto rose e fiori, s’è dovuto fare un mazzo come una casa, in senso letterale visto il campo in cui lavorava
Spesso doveva lavorare nel fine settimana, i soldi scarseggiavano perchè venivano tutti investiti nell’azienda, ma lo faceva volentieri per via della passione e della possibilità che il sacrificio gli avrebbe dato di ampliare la sua attività. Nel giro di qualche anno lui e il suo socio avevano due aziende ben avviate. Nel frattempo i vecchi datori di lavoro si erano fatti sentire, proponendogli contratti di lavoro ben più vantaggiosi di quelli precedenti, ma le offerte venivano puntualmente respinte.
Certo, quelli erano altri tempi, un percorso simile era senz’altro più fattibil rispetto a ora. Tuttavia l’esperienza di mio padre mi è utile per capire che, a prescindere dalle condizioni di partenza, si può sempre migliorare con impegno, dedizione e perseveranza, anche senza fregare il prossimo. Un povero può diventare benestante. Un benestante può diventare ricco. Un ricco può diventare ancora più ricco. Banche permettendo, ovviamente.
A casa mia stiamo abbastanza bene, non navighiamo nell’oro ma abbiamo tutto quello che ci serve per vivere in maniera decorosa e piacevole. Io sono andato all’università, e i miei genitori hanno contribuito economicamente alla mia formazione. Volendo, avrei potuto farmi pagare gli studi completamente. Tuttavia, forse proprio grazie all’esempio di mio padre, ho sempre cercato una sorta di autonomia. Ho iniziato a lavorare fin da quando avevo 15 anni, come raccoglitore di frutta. Ho lavorato un’estate anche come operaio in una distilleria (esalazioni alcoliche = sbronze gratis, yeah XD ). Ho fatto ciò anche per avere maggiore possibilità di scelta circa la direzione da prendere, e queste scelte mi hanno portato a fare un lavoro che mi piace e che mi da diverse soddisfazioni. La mia famiglia avrebbe voluto che portassi avanti l’azienda di mio padre, ma io ho preferito trovare la mia via, proprio come fece mio padre con mio nonno. E come mio padre, anche se in un settore completamente diverso e in una situazione economica diversa (lui povero in tempo di crescita, io benestante in tempo di crisi), ho abbandonato un lavoro da dipendente che mi stava stretto per avviare la collaborazione con un’agenzia.
La questione dell’abbondanza sta qui, secondo me. Non tarparsi le ali per la paura del futuro, ma cogliere le sfide e e vedere i periodi di cambiamento come occasioni per rilanciarsi. L’abbondanza è nelle possibilità, non in ciò che abbiamo già ottenuto, L’abbondanza non è nel passato, è nello sguardo che dal presente rivolgiamo al futuro.