Autenticità radicale

Voglio raccontarvi una piccola esperienza, un evento quotidiano, banale, ma che mi ha dimostrato come non essere autentici sempre e comunque non porti a nulla di buono.

Oggi ero all’università, dovevo verbalizzare un esame ad un appello di un prof. Aspetto davanti allo studio, tranquillissimo, anche perchè non dovevo sostenere alcuna prova. Trovo delle ragazze, prese dalla consuta ansia d’esame. Comincio a parlare con alcune di loro. Una situazione normalissima. Una di loro mi interessa, loro mi chiedono aiuto per ripassare. Nel frattempo verbalizzo l’esame, ma decido di rimanare ancora un po’ per aiutarle. Ad un certo punto però, per fare la figura di quello che non ci sta provando me ne esco con una frase idiota: "Continuo ad aiutarvi, ma solo per un po’, tra poco devo andare, ho una vita anche io eh!"

Cazzata.

Mi sono scavato la fossa da solo, volevo aiutarle, conoscere meglio una di loro, ma per far vedere che ero più fico di uno che ci prova con una spudoratamente ho dovuto essere coerente ed andarmene un po’ controvoglia. Se avessi dato retta solo al mio istinto e avessi fatto solo quello che volevo senza preoccuparmi di ciò che avrebbero pensato, avrei conosciuto meglio quella ragazza. Mi serva da lezione.

C’è da dire anche che non è obbligatorio intitolare ogni cosa, ogni azione, è come volersi porre rispetto all’opinione che potevano farsi da sole…

Potevi restare senza dire nulla, e giocare sul fatto che ad un certo punto avrebbero potuto anche stuzzicarti con un: “ma tu non dovevi andare via?” etc

Poteva farsi interessante la situazione… :slight_smile:

ma più che autenticità radicale, RILASSARSI semplicemente? :smiley:



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Sì, avete ragione entrambi:D