Leggendo la lezione 23 del INNER GAME mi sono soffermato a pensare ad una cosa.
Premetto che per educazione impartitami dai miei genitori , mi e stato inculcato in testa questa idea che per quanto facci bene qualcosa ci sarà un signor “qualcuno” meglio di me quindi di non pensare di aver raggiunto un traguardo o sentirmi ringalluzzito da questo.
Questo dopo anni (ho 33 anni ormai) mi ha messo nella condizione di non essere mai soddisfatto di quello che faccio (ho un attività in proprio che gestisco al 80 % io) e anche quando in ambito lavorativo ricevo complimeti , non li percepisco come tali (anzi certe volte penso “ma se il lavoro che ho fatto manco mi pareva sta gran cosa”), spesso in palestra mi si viene a dire "cavolo come tiri (che so 80 kg sulla lat machine per esempio) e anche in questo caso sento come fosse il minimo che dovrei fare.
Il mio insegnate di spada mi ha detto una volta che sono troppo nazista con me stesso mi domndo se questo sia una di quelle cose che mi limitano molto nei rapporti interpersonali e come capirne il motivo .
Ciao alla prossima
Non mi voglio improvvisare psicologo che sia chiaro a prori…
Però il tuo mi “sembra” un complesso di inferiorità.
Pensa che gli sconosciuti (mi riferisco in palestra, anche i semi-amici contano) difficilmente danno via complimenti a persone che non conoscono.
Ti consiglio di soffermarti proprio a pensare chi ti fa certi complimenti, se è uno sconosciuto o meno, e rispondi sempre con un “Grazie” accompagnato dal sorriso,il complimento è un bel gesto da cui si aspetta sempre una risposta.
Un’ altra cosa, tu fai dei complimenti agli altri?
Comincia a farglieli, non per cazzate, che sia chiaro,ma credo che sia il modo migliore per capire cosa gli altri ti comunicano.
Se ho detto qualcosa di sbagliato, aspetto che qualcuno mi corregga.
Bye bye e spero che riuscirai a risolvere questo problema
@Aigor76 2582 wrote:
mi ha messo nella condizione di non essere mai soddisfatto di quello che faccio (ho un attività in proprio che gestisco al 80 % io) e anche quando in ambito lavorativo ricevo complimeti , non li percepisco come tali (anzi certe volte penso “ma se il lavoro che ho fatto manco mi pareva sta gran cosa”), spesso in palestra mi si viene a dire "cavolo come tiri (che so 80 kg sulla lat machine per esempio) e anche in questo caso sento come fosse il minimo che dovrei fare.
anch'io la penso cosi... e sarei molto curiosa di sapere il perchè! :P
la prima cosa che penso quando qualcuno mi fa un complimento è "perchè questo mi lecca il culo? cosa vuole?" e la secondo è "cavolo, devo fare proprio pena!"
2 appunti mi vengono in mente
- dando per scontato che è buona norma di educazione e rispetto accettare sempre in modo positivo eventuali complimenti che ci vengono fatti (così come eventuali critiche negative ma costruttive), tu per giudicare quello che fai ti basi sui commenti esterni o sulla tua propria percezione? Io ti suggerisco di basarti sulla tua propria percezione. Ti dicono che hai fatto un ottimo lavoro ma tu senti di non aver espresso il tuo massimo potenziale? Dillo e dittelo “posso fare di meglio”. E fa meglio la volta successiva! senti di poter fare + di 80 kili? alza il peso! ma non per far bella figura sugli altri, solo per soddisfare al massimo, e non al minimo sindacale, te stesso.
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mi e stato inculcato in testa questa idea che per quanto facci bene qualcosa ci sarà un signor "qualcuno" meglio di me quindi di non pensare di aver raggiunto un traguardo o sentirmi ringalluzzito da questo
ti ribalto la prospettiva. è vero, per quanto tu possa essere bravo in una cosa, ci sarà sempre qualcuno più bravo di te. Se basiamo il concetto di vittoria e di sconfitta sulla possibilità di “sconfiggere” sempre e comunque qualcun altro, però, non credo che potremmo costruire davvero un’autostima. La vittoria c’è anche nel sapere che qualcuno ha fatto meglio, magari scoprendo come ha fatto e cercando di fare a tua volta meglio. Anche nella “sconfitta” una persona può sentirsi più che “ringalluzzita”. Come può darsi che una “vittoria” non dia nemmeno soddisfazione.
Autostima è qualcosa di interno, deve dipendere sempre più da noi, dalla nostra percezione delle cose, degli eventi, del nostro comportamento. Non possiamo permettere che il nostro stato d’animo (e il conseguente frame) ondeggino in modo così repentino e fuori controllo. Si può avere controllo della nostra interiorità, non di ciò che è esterno. Costruiamo il nostro mondo sulla base della nostra interiorità, se vogliamo averne padronanza. Non è la cosa più facile del mondo, ci vuole tempo e dedizione, ma sono certo che i risultati che si ottengono sono ottimi
@spamy 2585 wrote:
anch’io la penso cosi… e sarei molto curiosa di sapere il perchè!
la prima cosa che penso quando qualcuno mi fa un complimento è “perchè questo mi lecca il culo? cosa vuole?” e la secondo è "cavolo, devo fare proprio pena!"
Mah, secondo me se ti parte spontanea questa vocina, è perchè il compimento che ti è stato fatto è falso e “costruito”. Insomma, ti è stato veramente fatto per leccarti il culo!! E il tuo sesto senso l’ha già intuito.
Una specie di quello che ti dice “ti va di uscire?” e sa già che la tua risposta sarà no. Sapendo che il complimento che ti sta facendo non è reale, te lo trasmette. Poi voi donne, con le frequenze a ricetrasmittenza che avete, fate il resto
Difficilmente quando un complimento è vero e reale, hai questa vocina di riflesso, dimmi se sbaglio.
@ Salvatore
Quello di cui parli te è verissimo, ed il fatto di fare complimenti quando necessario è proprio un capitolo del libro “Come trattare gli altri e farseli amici”… ti consiglio di leggerlo, io son rimasto al terzo capitolo perchè con i libri ho un handicap: non riesco mai a finirli di leggere haha.
x Allanon
Non so se riesco a spiegarmi bene .
Quando tiro 80 kg alla lat machine (per citare l esempio che ho fatto ) e qualcuno mi fa complimenti non li riesco a percepire come tali (non che credo siano falsi o che mi interessi fare bella figura , qui potrei aprire un capitolo enorme sulle figure di merda ) ma entro in uno stato mentale del tipo sono qui per dare il mio meglio lo sto facendo non sento quallo che mi dici come un complimento perchè “sto facendo il mio dovere”.
Spero di essere stato più quello che mi domando e se questo stato e un difetto che mi può bloccare
ok, non s’era capito molto bene il discorso della palestra
ma mi sembra di capire che, comunque, non riesci a trarne la giusta soddisfazione, e a sentirti "ringalluzzito"
il fatto che dei complimenti altrui te ne freghi relativamente non è di per sè un difetto (semmai potrebbe essere un’occasione di interazione con chi ti fa il complimento) però secondo me dovresti essere un pochino più orgoglioso dei risultati raggiunti, ed usare questo orgoglio come trampolino di lancio per i risultati successivi
penso che hai centrato il punto