abbiamo tutti persone che ci circondano. Tutti…o almeno la maggior parte di noi è in un contesto popolato dalle medesime persone, che compiono azioni ripetitive e che tengono, quotidianamente, atteggiamenti simili.
Bene. Avete presente i concetti che espone Seducere? Penso di si.
Provate a immaginare un contesto con persone che non hanno mai sentito parlare di cambiamento, di flirt, di teoria dei momenti, dello “spirito migliore”, insomma…avete capito. Imbattendosi in questo sito una persona ne legge le pagine, e non riesce a smettere, continua, ci sono i libri consigliati e li legge. I film consigliati…corriamo a scaricarli/noleggiarli/comprarli!!! Ora: con seducere si cambia. Si capisce che c’è qualcosa di meglio del semplice guardare il sole sorgere e tramontare passivamente. E chi lo sapeva anche prima lo capisce meglio.
Ecco, vi ho mostrato tutta una serie di mie convinzioni. Potrei andare avanti ancora molto, ma sono sicuro abbiate capito.
A volte sorge un po’ un problema: dopo aver letto il sito, o il libro, o visto il film, ci troviamo più “potenti”, più vogliosi di fare, più motivati, come se avessimo trovato una direzione, quella giusta, finalmente…
Ma poi…
poi ecco che quando torni sul lavoro, o con gli amici (i soliti), o coi compagni di squadra, la “vecchia realtà”, quella sempre uguale che seducere fa dimenticare, superare, ritorna, come se esistesse una calamita che vuol riportarti sugli stessi binari.
Insomma…noi cambiamo, ma il mondo che abbiamo intorno cerca di riportarci in carreggiata.
Vi è mai capitato tutto questo? A me tutti i santi giorni. (a dire il vero più passa il tempo meno subisco le influenze esterne, la confidenza con la gente aumenta, guardo gli sconosciuti con occhi diversi, a volte sorrido loro senza motivo, e le donne mi danno feedback di giorno in giorno più positivi…ma c’è molta strada da fare ancora…)
Ma questa discussione nasce per avere la risposta a questo:
come fare a rendersi totalmente immuni dall’ambiente che ci circonda?
quando sei con te stesso il mondo è tuo…poi se al lavoro sei tra incazzati e paranoici, se tra gli amici fai il co***one, e nella squadra sei tra invidiosi… ecco, è molto, molto difficile rimanere integri. Sì, ok, si migliora, ma è molto difficile.
avete qualche segreto? qualche scorciatoia… che ne so? voi come fate?
p.s. sono stato in dubbio se postare la discussione nella sezione inner game, ma rileggendola mi sono convinto che sia enormemente correlata alla seduzione in senso stretto.
E’ uno scoglio contro cui tutti ci siamo scontrati.
Io, ad esempio, mi ricordo ancora i topic che aprivo proprio qui su seducere, molto simili ai tuoi, in cui parlavo di come la sedentarietà dell’ufficio o una noiosa domenica in solitudine mi ributtavano prepotentemente in uno stato di sfiducia, per poi svanire quando facevo le cose giuste.
Con il tempo ho capito il perchè: la trasformazione non era completata. Avevo tutte le carte in regola per fare le scintille, ma una pesante zavorra proveniente dal passato appariva appena gliene davo l’occasione. E così passavo giorni a chiedermi se tutto quello che ritenevo raggiunto non fosse solo un abbaglio. Ma ovviamente non lo era.
Con il tempo questi momenti di sconforto hanno cominciato a scomparire e non erano più le situazioni che cambiavano il mio umore, ma il mio umore che cambiava le situazioni.
Stessa cosa per gli amici o la gente che ci sta attorno. All’inizio tutti ti guardano strano, cercano di buttarti giù, non capiscono. Anche chi non lo fa ti butta giù ugualmente se non si comporta come ti aspettavi.
Ma prima o poi crollano tutte le resistenze. Chi ti conosce da tempo impara a relazionarsi con te per ciò che sei ora, non per quello che eri o per quello che vorrebbero che tu fossi.
Cominci a diventare immune agli sbalzi e alle provocazioni e ti circondi di un’aura via via sempre più percepibile che ti fa apparire magnetico e invincibile alla maggior parte delle persone che incontri.
La perseveranza, è il segreto.
p.s. Stai sviluppando una nuova personalità. Non è detto che i vecchi ambienti e le vecchie conoscenze vadano a genio col germe di novità che sta crescendo in te. Valuta se non sia il caso di cambiare qualche aspetto della tua vita, proprio come ti immagini il tuo futuro.
la perseveranza paga, questo è sicuro. E’ la conditio sine qua non di questo processo.
poi qualche cosa in più la puoi fare. Non sono scorciatoie, anzi è un lavoro bello tosto. Ma da anche soddisfazione.
Sul sito se ne parla sotto i nomi di frame, metaframe, state. Nello specifico Inner game 12 e 15, outer 4 e 12. Questi articoli già possono tornarti utili, rileggili per capire un po’ come funziona.
Molto spesso questo tipo di reazione all’ambiente è di stampo emotivo, per cui possono venire buone delle tecniche per il controllo delle emozioni. esistono tecniche di meditazione il cui scopo è proprio il riconoscimento, la spersonalizzazione e quindi il controllo delle emozioni: non è che divieni immune all’ambiente, però non associ tensione o dolore ad eventi che potrebbero causarne inutilmente.
Poi la cosa principale è divertirsi: se mentre fai le cose ti diverti, è decisamente più difficile provare sconforto per agenti esterni.
Infine valuta anche l’idea di cambiare o aggiungere ambienti e persone al tuo bagaglio di frequentazioni, eliminando quelle che meno ti sembrano propedeutici al tuo cambiamento.
stai cambiando e giustamente ora cerchi persone e altro che ti si addicano…
credo sia normale…
questo non vuol dire che il tuo ambiente è qualcosa di negativo ma semplicemente che stai cercando cose diverse adesso…
@Allanon 10068 wrote:
l
Poi la cosa principale è divertirsi: se mentre fai le cose ti diverti, è decisamente più difficile provare sconforto per agenti esterni.
Infine valuta anche l’idea di cambiare o aggiungere ambienti e persone al tuo bagaglio di frequentazioni, eliminando quelle che meno ti sembrano propedeutici al tuo cambiamento.
Già. Insieme alla perseveranza di cui parla John.
Sono d’accordo.

E’ che quando 8 ore su 24 ti condizionano (orario lavorativo), è difficile poi tornare a casa, mangiare un boccone e uscire “a caccia”, a divertirsi. A volte crollo letteralmente sul divano, ah ah! In certi periodi ci riesco (ed è una gran figata), poi magari arrivano periodi in cui gli impegni aumentano e io mi dimentico letteralmente di quello che “vorrei essere”, di quello che “mi piace essere”, e a volte mi trovo a ricominciare daccapo.
mmm… di fatto vi ho ripetuto quello che ho scritto nel primo post.

Comunque… mi aiuta molto lo scrivere. E’ da qualche mese che tengo un diario personale. Ci scrivo ciò che vorrei essere. Commento il comportamento altrui, sottolineandone la mancanza di importanza. Il tutto mi aiuta a pensare “con la mia testa”. Proprio ieri sera l’ho tirato fuori dal cassetto…non scrivevo nulla da circa un mese… leggevo le mie righe pensando “ecco chi sono, come ho fatto a dimenticarmene?”. E’ come se scrivere, per poi rileggere ciò che ho scritto desse forza alle mie convinzioni. Anche se mi sembra un po’ un auto-lavaggio del cervello…eheh.
Poi è chiaro che se invece di scrivere uscissi a conoscere gente forse gli effetti sulla mia immunità da ciò che mi circonda si radicherebbero molto più facilemnte… prima o poi riuscirò ad abbandonare definitivamente questa benedetta zona di comfort

ciao rubens,
se vuoi un consiglio, un modo che trovai molto utile per portare il nuovo me ad esprimersi 24h al giorno, è stato quello di crearmi un piccolo gruppetto di amici nuovi ed uscire con loro appena notavo che la realtà in cui stavo vivendo cercava di riportarmi verso i vecchi limiti e il mio modo di fare sbagliato.
succede infatti che in ogni contesto, gurppo sociale in cui stiamo, la nostra personalità si esprime in modo leggermente diverso. questo è dovuto il più delle volte al modo in cui è nato e si è evoluto il rapporto nelle fasi iniziali con i soggetti di quel gruppo. se la cosa è nata pe ril verso giusto ti sentirai apprezzato e libero di agire come più desideri, senza giudizi da parte degli altir, se invece è nato in maniera insoddisfacente e tu inizialmente non sei riuscito a mostrare la tua vera personalità, potresti ritrovarti ad avere dei gurppi sociali che non ti trattano come vorresti, e poi si sa, in queste situazioni la componente psicologica del “loro questo non lo approverebbero, chi sa cosa mi direbbero” ti frena ancor di più dell’effettivo livello di pregiudizi che gli altri soggetti del gruppo possano nutrire nei tuoi confronti.
ecco che avere un gruppo con il quale il rapporto è nato in modo totalmente libero e tu senti di poterti comportare in assoluta naturalezza, è un’ottimo calmante per lo stress, nonchè un rifugio sicuro da dove ripartire nel caso ti trovassi in momenti di frustrazione perchè non riesci a mostrare chi davvero sei al resto del mondo.
a lungo andare prenderai coraggio ed a quel picoclo gruppo di persone che ti conoscono per quello che sei, se ne aggiungeranno altri, fino a che riuscirai a sconfiggere i tuoi scheletri nell’armadio e ad imporre il tuo modo d’essere anche ai vecchi amici e colleghi.
so ch enon è un processo veloce (ma in queste situazioni, cosa lo è?) ma nel frattempo puoi far pratica con gli sconosciuti
@aptero 10089 wrote:
ciao rubens,
se vuoi un consiglio, un modo che trovai molto utile per portare il nuovo me ad esprimersi 24h al giorno, è stato quello di crearmi un piccolo gruppetto di amici nuovi ed uscire con loro appena notavo che la realtà in cui stavo vivendo cercava di riportarmi verso i vecchi limiti e il mio modo di fare sbagliato.
…
so ch enon è un processo veloce (ma in queste situazioni, cosa lo è?) ma nel frattempo puoi far pratica con gli sconosciuti![]()
consiglio prezioso e pragmatico. ieri sera sono uscito e ho cercato di seguirlo, e ho notato che sono l’unico che cerca di aprire la compagnia verso l’esterno, tipo abbordare donne di altre compagnie, fare lo splendido con la barista o la cameriera gnocca, robe così. All’inizio sei visto un po’ come un alieno e incontri molte resistenze. Come se tutti cerchino di comunicarti che stai andando oltre, che c’è un limite, che hai un limite. In realtà il limite è di chi ci sta intorno,e quando te ne accorgi ci ridi sopra.
La ragazza al tavolo vicino, “chiusa” nella sua compagnia, percepisce la chiusura dei membri della mia e alla fine con una battuta si chiude tutto e ognuno ritorna tra “i suoi”.
C’è un po’ di chiusura generale, però più il tempo passa più persevero, e questa cosa non solo passa in secondo piano, ma cessa di esistere. Al momento sono un po’ sconclusionato… però con l’esperienza, col tempo, riuscirò a trasformare un semplice approccio in una conoscenza vera e propria. Fino a un annetto fa non riuscivo nemmeno a guardaer negli occhi una sconosciuta… e manco me ne rendevo conto. Passo dopo passo… credo che il passo da gigante lo farò quando mi deciderò ad uscire da solo come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Per poi tornare a casa con nuovi nomi e nuovi volti a cui pensare. Arriverà quel momento…

@rubens 10097 wrote:
Passo dopo passo… credo che il passo da gigante lo farò quando mi deciderò ad uscire da solo come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Per poi tornare a casa con nuovi nomi e nuovi volti a cui pensare. Arriverà quel momento…![]()
Arriverà eccome. Però preparati a tornare a casa anche con un pugno di mosche e tanta amarezza. Ci sono momenti up e ci sono momenti down… la perseveranza è il segreto ;D
@John 10139 wrote:
Arriverà eccome. Però preparati a tornare a casa anche con un pugno di mosche e tanta amarezza. Ci sono momenti up e ci sono momenti down… la perseveranza è il segreto ;D
Già…


Per la cronaca…da domenica sto uscendo con una ragazza conosciuta da poco. Mai avrei immaginato di poter mettere in pratica così presto i consigli di questa discussione. E questo è solo l’inizio

Ciao Rubens. Innanzitutto sono felice che tu stia lavorando per migliorare, è cosa buona e giusta. L’ostacolo che hai incontrato lungo il tuo percorso è comunque a molti. I più però non si rendono conto del problema e si arrendono. Di cosa sto parlando?
Dell’ancoraggio delle vecchie conoscenze.
Tu stai lavorando per creare un nuovo Rubens diverso da quello che tu e gli altri conoscono, una nuova immagine di te stesso.
Quando torni nel vecchio ambiente però, le persone tendono a restituirti l’immagine che tu avevi di te stesso, e ti rispondono conformemente al modo in cui ti avevano catalogato. Non hai molto spazio di manovra perché alcuni comportamenti del nuovo Rubens non sono congruenti con quelli del vecchio Rubens. Risulteresti ridicolo.
La cosa interessante è che anche tu non vuoi tradire l’immagine che gli altri si sono fatti di te. Insomma non sarebbe coerente, e sei influenzato dall’ambiente.
Tu l’hai capito e chiedi come diventare immune all’ambiente. E io ti chiedo come trasformare il piombo in oro. L’ambiente inevitabilmente ti influenza e tu facendone parte a tua volta lo influenzi. Però una cosa la puoi fare, devi cambiare ambiente, come ti ha già consigliato Aptero.
Un abbraccio.
@Kierkegaard 10151 wrote:
Tu l’hai capito e chiedi come diventare immune all’ambiente. E io ti chiedo come trasformare il piombo in oro. L’ambiente inevitabilmente ti influenza e tu facendone parte a tua volta lo influenzi. Però una cosa la puoi fare, devi cambiare ambiente, come ti ha già consigliato Aptero.
Kierkegaard, ciò che dici ha molto senso, e il problema l'hai centrato in pieno. La soluzione che proponi è anche valida. Cambiando ambiente si è liberi di plasmare "negli altri" la propria immagine a proprio piacimento, se lo si vuole (mi viene da pensare all'erasmus o a quando ti trasferiscono in sede lavorativa diversa, o quando vai in vacanza da solo).
E' chiaro che la società in cui viviamo ci impone vincoli pesanti, quasi indistruttibili: lavoro e famiglia che diventano "impegni lavorativi" e "impegni familiari" che uno, a volte rendendosene conto, altre no, SI SCEGLIE. e la cosa più inquietante è che molte volte li si sceglie inconsciamente, senza, appunto, renderesene conto. Come se non esistessero alternative. Così uno rimane fregato... finchè non inizia a pensare con la sua testa (primo passo) e a fregarsene (ultimo passo) :) Insomma, questi vincoli sono indistruttibili finchè noi li lasciamo esser tali.
Il consiglio di cambiare ambiente, se preso nel modo piùradicale, potrebbe prevedere .. che ne so...l'acquisto di un biglietto aereo e l'abbandono incondizionato di tutto. Eppure ho una vocina che mi ronza nella testa che mi dice che se scappo da ciò che non mi piace non me ne libero. La vera libertà la potrò ottenere quando riuscirò a convivere con ciò che non mi piace, senza che ciò che mi circonda possa condizionarmi negativamente, vincolandomi a quell'immagine famosa di me che non vorrei dare. Un uomo libero se è tale lo è anche in prigione.
Cambiare ambiente è sacrosanto. Cambiando ambiente, vedendo realtà nuove, conoscendo gente nuova, sto gradualmente ridimensionando l'influenza che l'ambiente in cui vivo (per ora) in prevalenza ha su di me (che, per quanto ancora grande, sta scemando inesorabilmente.. anche grazie a voi ;) ). Solo quando l'avrò resa pari a zero, questa influenza, riuscirò a cambiare ambiente definitivamente. Eppure in quel momento il "cambiare ambiente" potrà voler dire "andare in un abiente diverso", ma potrà voler dire anche essere in grado di "cambiare ambiente" nel senso più potente del termine, dove l'ambiente rimane lo stesso, ma IO lo muto, lo CAMBIO a mio piacimento, senza andare in posti diversi.
E' chiaro che tra il dire e il fare... ma prima o poi il mare diventerà pozzanghera, e la pozzanghera una nuvoletta di vapore acqueo. e allora la libertà di william wallace sarà niente in confronto :)
il gruppo dei pari è una delle prime cose che, spesso, cominciano a diventar strette in un processo di crescita.
Le uniche alternative sono: guidarlo, lasciarlo o subirlo.
Lasciarlo può significare rimandare il problema perché non verrebbe affrontato. Alle volte può rivelarsi una mossa vincente perché un nuovo gruppo dei pari può aiutare il processo di crescita molto più velocemente.
Subirlo può rappresentare una sconfitta anche se in alcuni contesti (vedi famiglia) la cosa potrebbe rivelarsi più difficile ed emotivamente più impegnativa.
La soluzione migliore è guidarlo che equivale ad una maggiore consapevolezza di se stessi, una maggiore leadership e personalità. Va da sé che non tutti saranno disposti al cambiamento e come avviene per la selezione naturale alcuni resisteranno, altri prenderanno altre strade. Ampliarlo è sicuramente una soluzione auspicabile perché le persone che ne entrerebbero sarebbero già ad un livello superiore.
@Felix77HT 10172 wrote:
il gruppo dei pari è una delle prime cose che, spesso, cominciano a diventar strette in un processo di crescita.
Le uniche alternative sono: guidarlo, lasciarlo o subirlo.
Lasciarlo può significare rimandare il problema perché non verrebbe affrontato. Alle volte può rivelarsi una mossa vincente perché un nuovo gruppo dei pari può aiutare il processo di crescita molto più velocemente.
Subirlo può rappresentare una sconfitta anche se in alcuni contesti (vedi famiglia) la cosa potrebbe rivelarsi più difficile ed emotivamente più impegnativa.
La soluzione migliore è guidarlo che equivale ad una maggiore consapevolezza di se stessi, una maggiore leadership e personalità. Va da sé che non tutti saranno disposti al cambiamento e come avviene per la selezione naturale alcuni resisteranno, altri prenderanno altre strade. Ampliarlo è sicuramente una soluzione auspicabile perché le persone che ne entrerebbero sarebbero già ad un livello superiore.
spettacolo felix!!! ma ha una fonte tutto questo o è di tuo pugno? Diciamo che tu mi parli di una sorta di takeover… guidare il gruppo. mi fa venire in mente anche alla figura del “capo branco”. La tua è una prospettiva che va nel particolare, rispetto a quelle (comunque validissime) date in questa discussione. Mi piacerebbe approfondirla

@rubens 10154 wrote:
Eppure in quel momento il “cambiare ambiente” potrà voler dire “andare in un abiente diverso”, ma potrà voler dire anche essere in grado di “cambiare ambiente” nel senso più potente del termine, dove l’ambiente rimane lo stesso, ma IO lo muto, lo CAMBIO a mio piacimento, senza andare in posti diversi.
Secondo me, la VERA forza di carattere e di personalità sta nel saper imporre e gestire il proprio METAFRAME in qualsiasi ambiente ci si trovi, persino in vecchi ambienti dove non é grande la tua considerazione in quell’ambiente sociale. Qui sta la vera libertà, qui sta il vero cambiamento. Fuggire in diversi posti non cambierebbe a niente (certo, se viviamo in un paesino di solo 100 abitanti allora é il caso di cambiare aria), perché il gigante che dev’essere liberato é quello DENTRO di noi. Non esiste cercare all’esterno di noi questo famoso “miglioramento” altrimenti saremmo troppo dipendenti dai cosiddetti “fattori esterni”.
E’ il nostro demone interiore che dev’esser destato,
scatenato,
come un terribile vulcano di vita.
"Sveglia il gigante che c’é in te.
Nel profondo dell’uomo albergano i sopiti poteri,
poteri che lo stupirebbero
e che egli non ha mai sognato di possedere;
forse che rivoluzionerebbero la sua vita, se destate
e messe in azione"
O. Swett Marden.
@Odino 10175 wrote:
certo, se viviamo in un paesino di solo 100 abitanti allora é il caso di cambiare aria
una volta svegliato il gigante che c’è in me poco conta, a parer mio, rimanere in un paesello di 100 anime, piuttosto che vivere a new york. è proprio questo il punto. il vero gigante è tale sia che ci si trovi in una nave da crociera, sia che ci si trovi su una bagnarola. questa è la vera forza. è chiaro che se sei su un’isola deserta, esempio estremo, difficilmente potrai sedurre una donna. eppure la seduzione va ben oltre se ci pensi. una vlta plasmato il tuo io in modo potente (il gigante!) quello che ti circonda si adatta a te, e non sei tu che ti adatti a quello che ti circonda. non in una lotta a chi vince…solo perchè sarà il più normale degli scenari: quello con te, che ovunque vada, con chiunque tu stia, plasmi la realtà. Difficile, lo so. Per molti utopia… Del resto ognuno nasce con un vincolo diverso. Il bambino africano ha dei vincoli (fame, siccità). Il bambino di beverly hills ne ha altri (anche se non sembra, pesanti come quelli del bambino africano). Eppure, una vlta plasmato il loro ego, il loro gigante interiore, lo si chiami come si vuole, i due bambini se la possono giocare allo stesso modo nel mondo.
Solo che fin da piccoli siamo stati educati ad adattarci al mondo, e non ad adattare il mondo a noi. Quanto prima usciremo da questa convinzione, tanto meglio sarà per noi, per la nostra libertà. E la cosa bella è che se rileggo i post di questa discussione ne esco ampiamente incoraggiato.

@Odino 10175 wrote:
Secondo me, la VERA forza di carattere e di personalità sta nel saper imporre e gestire il proprio METAFRAME in qualsiasi ambiente ci si trovi
qui però secondo me è necessaria una precisazione
da quello che ho capito io, il metaframe non è qualcosa di tuo che puoi imporre, ma è qualcosa di comune a tutti, e che tutti contribusciono a creare
l’unico aspetto su cui puoi avere controllo è il tuo personale frame (ossia la tua visione della particolare interazione, fatta sulla base della visione complessiva del mondo)
imporre un metaframe in modo diretto secondo è non è fattibile (e anche se fosse fattibile, non credo sarebbe giusto), si tratta di farlo accettare più che altro. Se poi l’interlocutore vorrà impostare il proprio frame di conseguenza tanto meglio, in caso contrario, comunque, non sarà il nostro frame a risentirne.
Nella pratica può succedere che, nonostante l’impegno e il divertimento derivati dal vostro nuovo stile di vita, vi siano persone che non si lascino contagiare da tale entusiasmo a causa di convinzioni profondamente radicate dentro di loro.
E può succedere che i frame adottati siano addirittura incompatibili tra di loro, ossia che non sia possibile integrarli in un unico metaframe. Questo ovviamente porta ad un conflitto. In tal caso la soluzione migliore è limitare o eliminare le interazioni, ossia non creare proprio metaframe conflittuale, a meno che non godiate a consumarvi il fegato in inutili quisquiglie.
Immagina due amici che la sera escano insieme, e che diano come significato sottinteso della serata:
1° frame–>che figata, posso fare tutto! ho migliaia di possibilità davanti a me, vediamo cosa mi riserva l’universo stasera!
2° frame–>meglio non rischiare di fare brutte figure, non potrei sopportare un’altra umiliazione. chi lascia la strada vecchia per quella nuova…
Secondo te che ne esce?
@rubens 10174 wrote:
spettacolo felix!!! ma ha una fonte tutto questo o è di tuo pugno? Diciamo che tu mi parli di una sorta di takeover… guidare il gruppo. mi fa venire in mente anche alla figura del “capo branco”. La tua è una prospettiva che va nel particolare, rispetto a quelle (comunque validissime) date in questa discussione. Mi piacerebbe approfondirla![]()
Sono concetti che ho mutuato da Robbins e Roberto Re.
La figura del “capo branco” non l’associo a qualcosa di necessariamente positivo… preferisco pensare a una sorta di sfera d’influenza.
Alla fine della fiera è un discorso di responsabilità: se qualcosa non ci va o ci sta stretto abbiamo tutti gli strumenti e i mezzi per indirizzare la cosa verso binari che sentiamo maggiormente nelle nostre corde. Se parti da questa prospettiva (sono io il responsabile dei miei risultati) parti da una posizione che non ti consente di accettare scuse.
Guida con l’esempio e giudica dai risultati è una cosa che va sempre tenuta a mente.
Guidare il gruppo dei pari non vuol dire necessariamente esserne il capo ma esserne un protagonista.
Nella vita in molti si impegnano ad essre l’attore principale e non una semplice comparsa. Ci dimentichiamo però che potremmo anche esserne registi e produttori.
Se c’è energia, entusiamo e arrivano i risultati sarà più semplice ed automatico per chi ci circonda prenderci come esempio, come punto di riferimento ed automaticamente seguirci.
@rubens 10013 wrote:
abbiamo tutti persone che ci circondano. Tutti…o almeno la maggior parte di noi è in un contesto popolato dalle medesime persone, che compiono azioni ripetitive e che tengono, quotidianamente, atteggiamenti simili.
Bene. Avete presente i concetti che espone Seducere? Penso di si.
Provate a immaginare un contesto con persone che non hanno mai sentito parlare di cambiamento, di flirt, di teoria dei momenti, dello “spirito migliore”, insomma…avete capito. Imbattendosi in questo sito una persona ne legge le pagine, e non riesce a smettere, continua, ci sono i libri consigliati e li legge. I film consigliati…corriamo a scaricarli/noleggiarli/comprarli!!! Ora: con seducere si cambia. Si capisce che c’è qualcosa di meglio del semplice guardare il sole sorgere e tramontare passivamente. E chi lo sapeva anche prima lo capisce meglio.
Ecco, vi ho mostrato tutta una serie di mie convinzioni. Potrei andare avanti ancora molto, ma sono sicuro abbiate capito.
A volte sorge un po’ un problema: dopo aver letto il sito, o il libro, o visto il film, ci troviamo più “potenti”, più vogliosi di fare, più motivati, come se avessimo trovato una direzione, quella giusta, finalmente…
Ma poi…
poi ecco che quando torni sul lavoro, o con gli amici (i soliti), o coi compagni di squadra, la “vecchia realtà”, quella sempre uguale che seducere fa dimenticare, superare, ritorna, come se esistesse una calamita che vuol riportarti sugli stessi binari.
Insomma…noi cambiamo, ma il mondo che abbiamo intorno cerca di riportarci in carreggiata.
Vi è mai capitato tutto questo? A me tutti i santi giorni. (a dire il vero più passa il tempo meno subisco le influenze esterne, la confidenza con la gente aumenta, guardo gli sconosciuti con occhi diversi, a volte sorrido loro senza motivo, e le donne mi danno feedback di giorno in giorno più positivi…ma c’è molta strada da fare ancora…)
Ma questa discussione nasce per avere la risposta a questo:
come fare a rendersi totalmente immuni dall’ambiente che ci circonda?
quando sei con te stesso il mondo è tuo…poi se al lavoro sei tra incazzati e paranoici, se tra gli amici fai il co***one, e nella squadra sei tra invidiosi… ecco, è molto, molto difficile rimanere integri. Sì, ok, si migliora, ma è molto difficile.
avete qualche segreto?qualche scorciatoia… che ne so? voi come fate?
p.s. sono stato in dubbio se postare la discussione nella sezione inner game, ma rileggendola mi sono convinto che sia enormemente correlata alla seduzione in senso stretto.
io penso sia un percorso che devi affrontare da solo, voglio dire che se aspetti l’appoggio degli amichetti di vecchia data non ti smuoverai mai perchè le persone non sono pronte ad accettare il cambiamento. quindi appena finisci di leggere il libro, vedere il filmetto , stare su seducere… ti senti più tonico? ESCI… da solo… ma ESCI… vai a lavoro, in palestra… insomma i posti che frequenti abitualmente e inizia DA SOLO a sperimentarti. Non devi andare su un altro pianeta! devi iniziare da te stesso poi se gli altri accetteranno ben venga altrimenti ciccia… ti trovi altri amici. Tu continuerai a cambiare… e non sarai neanche lo stesso con tutte le persone. Se invece il discorso è che non ti piace la staticità della tua vita cimentati in qualcosa di diverso che non hai mai provato…palestra, canto, teatro… conoscerai nuove persone e forse ti sentirai pronto a conoscere altri te stessi.
@Allanon 10177 wrote:
qui però secondo me è necessaria una precisazione
da quello che ho capito io, il metaframe non è qualcosa di tuo che puoi imporre, ma è qualcosa di comune a tutti, e che tutti contribusciono a creare
l’unico aspetto su cui puoi avere controllo è il tuo personale frame (ossia la tua visione della particolare interazione, fatta sulla base della visione complessiva del mondo)
imporre un metaframe in modo diretto secondo è non è fattibile (e anche se fosse fattibile, non credo sarebbe giusto), si tratta di farlo accettare più che altro. Se poi l’interlocutore vorrà impostare il proprio frame di conseguenza tanto meglio, in caso contrario, comunque, non sarà il nostro frame a risentirne.
Nella pratica può succedere che, nonostante l’impegno e il divertimento derivati dal vostro nuovo stile di vita, vi siano persone che non si lascino contagiare da tale entusiasmo a causa di convinzioni profondamente radicate dentro di loro.
E può succedere che i frame adottati siano addirittura incompatibili tra di loro, ossia che non sia possibile integrarli in un unico metaframe. Questo ovviamente porta ad un conflitto. In tal caso la soluzione migliore è limitare o eliminare le interazioni, ossia non creare proprio metaframe conflittuale, a meno che non godiate a consumarvi il fegato in inutili quisquiglie.
Immagina due amici che la sera escano insieme, e che diano come significato sottinteso della serata:
1° frame–>che figata, posso fare tutto! ho migliaia di possibilità davanti a me, vediamo cosa mi riserva l’universo stasera!
2° frame–>meglio non rischiare di fare brutte figure, non potrei sopportare un’altra umiliazione. chi lascia la strada vecchia per quella nuova…
Secondo te che ne esce?
E’ qui il bello. Se uno ha una personalità molto più travolgente, puo’ darsi che sia facile che riesca a contagiare anche l’altro!
Non so, avete presente quei grandi della storia? Mahatma Gandhi. Adolf Hitler. Martin Luther King. Cio’ che li accomunava era una grandissima capacità di trascinatori, di destare sogni, desideri, speranze anche in coloro che erano magari profondamente radicati alle loro idee. Riuscivano a trasformare in ottimisti i pessimisti. E cosi via.
Io stesso posso dire di esser riuscito a “contagiare” un mio amico su tutte queste tematiche del miglioramento personale, della grandezza interiore. Semplicemente parlandogliene con passione.
si ma con altri puoi metterci tutta la passione che vuoi, se non c’è la minima recettività non vale nemmeno la pena di spendervi troppe energie e rischiare di generare un conflitto, o di scendere a compromessi oltre un certo punto
piuttosto, preferisco cercare altra gente che abbia un’energia più simile alla mia
intendo dire che è una cosa che dipende anche dall’interlocutore, può andare bene come no, l’importante è che perlomeno tu sia quanto possibile stabile nelle tue convinzionie nel tuo umore