Della seduzione come arte diabolica- parte seconda

  1. La mistica della sincerità



    E veniamo quindi al punto piu’ interessante: parlando di seduzione, andiamo inevitabilmente a parlare di amore; di cos’è, di cosa dovrebbe o non dovrebbe essere.



    L’atto della seduzione implica il convincere qualcuno a reputarci “amorevoli”, meritevoli d’amore; se renderci tali, è un qualcosa che si può apprendere, e che quindi qualcuno ci può insegnare, può voler dire, in prima istanza, che l’amore che si può provare per qualcuno non sia piu’ un’affinità elettiva, una scelta che, in realtà, rivela quanto di piu’ profondo ed autentico c’è in noi.

    C’è un brano esemplare a proposito di Ortega Y Gasset, che prendo dal suo “Scelta in amore”:



    “Ci sono situazioni, circostanze vitali in cui, senza rendersene conto, l’essere umano svela gran parte della sua intimità più decisiva, di quello che autenticamente è. Una di queste situazioni è l’amore. Nella scelta dell’amata l’uomo rivela la propria essenza, così come la donna in quella dell’amato. Il tipo di umanità che mostriamo di preferire nell’altro essere delinea il profilo del nostro cuore”.



    Se così è, e stiamo dicendo che l’amore svela una parte essenziale di noi stessi, il pensare che si possa indurre in qualcuno amore per la nostra persona, mercè tecniche, metodi, strategie, implica che il suo amore è non autentico, è un inganno, è dovuto al fumo negli occhi che gettiamo grazie alle nostre arti seduttive.



    Siamo così di fronte ad un’altro mito della contemporaneità: la mistica della sincerità.



    Si sceglie una persona per quello che è, non per l’immagine artefatta che, mediante tecniche, lui è riuscito a farci pervenire.

    Per quanto vecchio di 2500 anni, il mito platonico dell’androgino segato in 2 da Zeus a causa della sua Hybris, della sua tracontanza, è ancora vivo e vegeto nella mentalità attuale: molti hanno la pretesa d’affermare che esistono persone destinate in qualche modo l’una all’altra; e che, a prescindere da strategie, tattiche e quant’altro, nel momento dell’incontro, esse si “sapranno riconoscere”; ricosceranno nell’altro la metà mancante della propria “mela originaria”; se pensiamo l’eros in questo modo, come riconquista della nostra parte perduta, è chiaro che non c’è proprio nulla da insegnare; bisogna sol sperare di trovare il nostro complementare.



    Chi sostiene questa posizione ha spesso la pretesa d’affermare che, se i due, al momento dell’incontro, non si prendono, non si riconoscono, allora “non era destino”, “non erano fatti per stare insieme”

    Convicere qualcuno ad amarci, convincere qualcuno, che non sia in realtà la nostra metà complementare, significa ingannarlo.

    Cito qui alcune affermazioni tratti dai commenti (femminili) all’intervista di cui dicevo prima:



    “mai sentito parlare di persone che spontaneamente incrociano uno sguardo, si sentono attratte e poi si trovano naturalmente bene a fare 4 chiacchiere etc etc???.. perchè son così strana se dico che a me un uomo che mi studia, mi analizza, decide cosa mi infastidisce o meno, decide di che argomenti parlare, come assomigliarmi e come essere l’artefice e la guida del nostro incontro non mi piace?? anzi MI IRRITA, perchè non c’è nulla di vero, se non tanta arroganza e tanta “recita”.



    O ancora:” il concetto che in mezzo a tutti questi paroloni sembri trascurare è molto semplice: l’ attrazione è una cosa molto semplice, naturale e SPONTANEA.”



    Ed è precisamente questa l’idea che si continua ad avere della seduzione: l’arte dell’inganno. Lo stesso Don Giovanni è il personaggio dell’inganno, del travestimento, delle maschere. Come dice molto bene Umberto Curi :

    “Don Giovanni - questo, per esempio sia nella versione di Molière, che soprattutto nella versione di Mozart e Da Ponte - ama travestirsi […]il modello del seduttore seduce solo a condizione di apparire diverso da come è, seduce soltanto travestendosi e, quindi, come se non fosse sicuro del proprio aspetto per poter essere un seduttore […]Don Giovanni per indurre Zerlina a compiacere ai suoi desideri, gli deve promettere ciò che poi egli non ha nessuna intenzione di mantenere, cioè promette a Zerlina di sposarla. Anche questo è un travestimento”.



    Una cosa che in pochi sono disposti a riconoscere è che tutti ingannano; ed il campo amoroso è il territorio eletto dell’inganno; gli AFC, come volgarmenti definiti nei forum, ingannano non meno dei seduttori. E, soprattutto, le femmine ingannano; il trucco, l’abbigliamento, il fare ritroso, le strategie, non costituiscono forse l’essenza del comportamento femminile? La loro suprema preoccupazione non è quella di piacere ad ogni costo, curando meticolosamente il loro apparire, al fine di poter accalappiare il tipo che le piace? Non sono educate a fare questo da sempre? Di cosa parlano le riveste femminili se non di questo?



    Come ben dice Carmelo Bene nella sua autobiografia:

    “qualunque donna, civettando di un lutto appena accaduto o di Immanuel Kant, estrarrà all’improvviso dalla trousse un po’ d cipria, del rossetto,schiuderà uno specchiettino e comincerà scimmiescamente a pittarsi […] è il trucco di che consistono; credono di restaurare la facciata, invece sprofondano nel nulla”.



    Che dire invece del Lucien de Rubembrè delle Illusioni perdute (Balzac), il quale “non poteva immaginare il cambiamento prodotto da una sciarpa al collo, un abito grazioso, una pettinatura elegante nella persona di Louise”, rimanendo del tutto sorpreso di fronte alla metamorfosi della donna, che non a caso gli “appare irriconoscibile”?



    A parti rovesciate, quante volte si è visto un ragazzo che, invaghitosi di una ragazza dedita alla lettura, cercasse poi un punto di contatto con questa, improvvisandosi accanito cultore di Turgenev e Puskin? E’ un fatto scandaloso?

    Per una certa mentalità, per chi predica la sincerità ad oltranza si; ma mi pare davvero come la cosa piu’ comune del mondo; le persone hanno sempre agito così; e non sarebbe poi un ingannare il cercare magari di smussare i contrasti, lasciando in ombre certe cose, certi dettagli, enfatizzando solo quel che al momento ci è (o ci sembra) piu’ utile allo scopo?



    Ma il fatto che sia reputato scandaloso, quasi immorale, mi fa pensare che risulta tale, agli occhi femminili in particolare, in quanto è una loro prerogativa l’agire in questo modo.



    Continua…



    nad84

la seduzione è vista come il diavolo sopratutto in italia,sopratutto nei piccoli paesi dove cè una forte chiusura mentale ed il livello culturale è medio/basso.

la chiesa cattolica ha avuto un ruolo fondamentale,indottrinando le menti delle ragazze.

diverse sono le cose nei paesi piu colti tipo svezia,norvegia,finlandia,germania,francia,austria ecc.