Dissertazioni confusionarie: erotismo e civiltà

Off topic, ma non troppo… se proprio non avete niente da fare, leggetevi sta roba che ho scritto anni fa, prima di scoprire seducere…



mi è ricapitata in mano e ve la giro… spero di darvi qualche spunto di riflessione…



Gli uomini, prima come collettività che come individualità, tendono a cercare nella loro esistenza punti di riferimento, linee guida, certezze, verità, lasciando poco



spazio o, peggio ancora, attribuendo un giudizio conoscitivo a ciò che di inspiegabile e di incontrollabile esiste dentro e fuori di loro. Lo fanno per istinto di



sopravvivenza della specie. Mi spiegherò meglio: trasformando la vita, le relazioni interpersonali e sociali in una grande matematica cui sottendono assiomi



incontrovertibili e leggi assolutamente vere e giuste, si codificano, attribuendo loro un giudizio in termini di giusto o sbagliato (riferito ai fini della conservazione



della specie), i comportamenti umani, mantenendo ai margini della mente e della società i pensieri, le possibilità e le realtà che necessariamente scavalcano



questa e qualsiasi altra logica. Se si ammettesse che nessuna azione, presa singolarmente, ha un significato (o che non ne ha mai solo uno), sarebbe impossibile



creare una società con regole, limitazioni, diritti e doveri, perché non esisterebbe più differenza tra giusto e sbagliato. Gli uomini dunque, per convivere, devono



necessariamente definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, proprio come un assioma matematico: una verità assoluta e indimostrabile. Sono pochi gli uomini



che hanno il bisogno e il coraggio di rifiutare questa matematica universale, di rifiutare ogni certezza, di vivere nell’erotico mistero del possibile e dell’inspiegabile.



Ho detto erotico non a caso. Perché l’essenza dell’erotismo, e non della sessualità (per la quale sarebbe necessario un discorso differente), è l’attrazione



derivante dalla sorpresa, dalla meraviglia, dall’ignoto e dall’incerto; e, a differenza di una normale attrazione verso qualcosa o qualcuno, questa non è legata alla



volontà di possedere l’oggetto dell’attrazione o di conoscere e definire ciò che di misterioso e sorprendente di esso ci colpisce, perché si è talmente inebriati da



un turbinio di emozioni così forti che si è disposti ad accettare le cose così come stanno, così come si presentano, perfettamente appagati. L’erotismo non ha



bisogno di conoscenza per essere vissuto a pieno, anzi, necessita della non conoscenza. E questa è una cosa molto pericolosa per la civiltà umana che rifiuta o



scredita tutto ciò che è sconosciuto e inconoscibile, perché non codificabile e quindi non controllabile. Ma nell’erotismo c’è di più: esso non è soltanto una



dimensione abissale e misteriosa dell’essere umano, ma è anche la fonte delle emozioni e delle sensazioni più piacevoli e travolgenti che un uomo possa provare.



E per di più è proprio il fatto che le emozioni provocate sono così vigorose e incontrollabili che le rende così irresistibilmente e unicamente piacevoli: un motivo in



più per delegittimare l’erotismo in tutte le sue forme e manifestazioni, definendolo perverso, frivolo, superficiale, diabolico, animalesco, quando invece è forse la



caratteristica umana per eccellenza. In sintesi, l’erotismo deve necessariamente avere questi connotati all’interno della società, per il semplice motivo che



altrimenti non esisterebbe una società, ma tanti individui alla perenne ricerca di emozioni sempre più forti, di piaceri sempre più travolgenti, dediti esclusivamente



alle proprie passioni, che hanno perso di vista l’interesse comune, la sopravvivenza della specie. Non dico che è giusto che sia così, né che dovrebbe essere



diversamente. Dico solo che così stanno le cose, e non si può cambiare il ruolo dell’erotismo nella società senza distruggere la società. Ogni essere umano, ciò



considerato, ha la possibilità di una scelta consapevole: inserirsi nella società accettando le regole e beneficiando della sicurezza e della stabilità di un mondo



costruito come perfettamente giusto, o vivere al di là del bene e del male, senza certezze né regole, punti di riferimento né limiti, senza giustizia né verità. Sono



molto poche le persone che hanno sia il bisogno sia il coraggio di scegliere questa seconda possibilità. Sono molte invece quelle che ne sentono il bisogno ma non



hanno il coraggio di farlo, e questa è forse una delle grandi ragioni dell’infelicità umana.