Emigrare!

Salve ragazzi, per chi non mi conosce sono uno dei primissimi membri di questo forum, che ogni tanto sparisce e ogni tanto si rifà vivo :smiley:



Dopo un’estate dalle tinte particolarmente dolorose sotto tanti punti di vista, sento il bisogno di andarmene dall’Italia.



Laureato un anno fa, ho tentato di farmi ammettere in un’università inglese, mi hanno ammesso a condizione di ottenere una certificazione linguistica di livello avanzato.



Dopo due tentativi e una discreta quantità di soldi spesa fra prenotazione esami e materiale di preparazione, non ho ancora raggiunto il punteggio necessario e la mia application per il 2013-2014 non può essere portata a termine.



Pur di non rassegnarmi sono disposto a rifare da capo la domanda, per il 2014-2015, e passare quest’anno a prepararmi in Inghilterra, a colmare quel gap che non sono ancora riuscito ad ottenere con me stesso in fatto di competenza (del resto puoi ascoltare film e anche dialogare da solo xD ma non sarà mai come essere costretti a metterlo in pratica sul territorio)



Emotivamente è stato l’anno più duro, pieno di confronti pesanti con la vita. uscito da tre anni di studio e di messa in gioco, sono arrivato ad un buon voto di laurea , trattato a pesci in faccia dalla relatrice ma comunque buono.

Ho perso alcune amicizie consolidate in questi anni recenti, ho perso una buona ragazza recentemente, è stato duro lasciarla alla sua vita ma sentivo più giusto lasciarla crescere senza di me a causa delle distanze mentali che ho percepito dopo averla conosciuta.



Vorrei solo ricominciare ancora, aprirmi una strada da qualche parte, ma non so da dove cominciare per cercare qualcosa, le incertezze le percepisco come un peso schiacciante, ma d’altro canto, non sopporto più la realtà di vivere in un paese di provincia che non ha più nulla da offrirmi.



Questa storia la conoscono già gli amici admin, con i quali ho parlato privatamente. Ho deciso di condividere con voi questo mio pezzo di vita recente perché ho bisogno di opinioni sincere.



Vi ringrazio ragazzi



The King HJ

Parli con uno che è tornato da una vacanza all’estero e si trova nella tua stessa situazione (sul detestare l’Italia e voler emigrare).

Joe, io mi sono ritirato dal corso di laurea magistrale italiano…in famiglia c’è chi mi ha dato contro per questa scelta, ma arrivi a certi punti nella tua vita che senti forte il bisogno di rifarti da zero altrove, dove nessuno ti conosce, lontano da casa, che per quanto sia piena di comodità, proprio queste comodità finirebbero per ucciderti per sempre…certo, ci sarebbero spese non da poco per mantenere i miei studi, ma come tanti altri ragazzi, sarei anche disposto a cercarmi un’occupazione temporanea…io ho 26 anni, per tanti anni ho sognato la grande fuga, e ho davvero bisogno che ciò avvenga il prima possibile…

King,

ti capisco. Hai fatto i sacrifici che dovevi, e dovrai farne altri se vuoi insistere sulla tua linea: giusta o sbagliata conta poco, in questo momento decidi tu se farti influenzare dalle persone care in cui hai fiducia, perchè mi sembra che la visione la hai chiara.



Anche io penso ad emigrare all’estero, ed ho 3 anni in meno di te, ma quando andrò sarò un lavoratore. Non ho intrapreso l’università.



Sono quasi sicuro che l’Italia in futuro ti dia altre chances per fare lo studente, all’estero invece l’età conta di più.



E parere personale: devi mettercela tutta se hai il tuo cammino chiaro in testa. Perchè a volte sapere cosa va fatto, facile o difficile che sia, è una grande fortuna.

@KingHJ 19482 wrote:

Joe, io mi sono ritirato dal corso di laurea magistrale italiano…in famiglia c’è chi mi ha dato contro per questa scelta, ma arrivi a certi punti nella tua vita che senti forte il bisogno di rifarti da zero altrove, dove nessuno ti conosce, lontano da casa, che per quanto sia piena di comodità, proprio queste comodità finirebbero per ucciderti per sempre…certo, ci sarebbero spese non da poco per mantenere i miei studi, ma come tanti altri ragazzi, sarei anche disposto a cercarmi un’occupazione temporanea…io ho 26 anni, per tanti anni ho sognato la grande fuga, e ho davvero bisogno che ciò avvenga il prima possibile…




tutto questo e’ comprensibile, e te lo dice uno che e’ all’estero ormai da quasi 2 anni, tra andate e ritorni vari.

Si fa una parentesi via e sembra tutto piu’ bello, facile e splendente via che a casa propria, per cui ci si convince a voler stare via, andarsene se non del tutto almeno a medio termine, qualche anno.

all’inizio la pensavo cosi’ anch’io, dopo il primo erasmus tornare a casa non era piu’ un’opzione voluta nonostante fosse dovuta.

c’e’ chi dopo quell’esperienza torna a casa e ci resta, per tante ragioni. C’e’ chi non riesce a smettere di viaggiare e continua ad andarsene appena puo’, anche in paesi esotici o poco conosciuti purche sia ANDARE.

tutto molto bello sotto certi punti di vista, tutto molto ineterssante utile importante ecc. -dopotutto si sta facendo esperienza di vita, e quando se non da giovani?

Bisogna pero’ essere anche sensati in quel che si fa, come al solito gli eccessi sono fuorvianti e viaggiare per il gusto di viaggiare non va bene se non in vacanza.

vivere in vacanza? poco sensato.

bisogna sempre guardarsi da chi ci dice che la vita puo’ essere ombrellini e cocktails sulla spiaggia. cioe’, puo’ esserlo, ma vuol dire che non si costruisce nulla e a 60-70 anni voglio vedervi spartani sulla spiaggia. alcuni ce la potrebbero fare lo stesso, molti no.

che non mi si fraintenda, si puo’ unire l’utile al dilettevole anzi, l’utile puo’ facilmente essere il dilettevole, si tratta di farsi un piano (che non necessariamente dovra’ funzionare alla perfezione) e rimboccarsi le maniche per seguirlo. Anche in quetso caso la pratica e’ la via migliore per imparare. sbatterci il muso, non darsi per vinti, seguire il proprio piano anche quando sembra molto lontano.

C’e’ una sensazione nitida che si prova quando sembra di fare dei passi indietro, ci si fa prendere dal panico vedendo il traguardo piu’ lontano di prima, e si ha tanta voglia di smettere. un po’ come quando in palestra si sta facendo l’ultima trazione e le forze stanno per mancare: se ci si concentra sulla debolezza se ci si concentra sulla sensazione di stanchezza e’ la fine, non faremo mai quella trazione finale. In questo aiuta il personal trainer, proprio perche’ cambia il focus, sposta la nostra attenzione sul fatto che e’ l’ultima e va fatta, che ne abbiamo fatte tante ed e’ questa che fara’ la differenza, il famoso centimetro in piu’. e poi tornando a casa ci si sentira’ soddisfatti davvero, senza macchie sulla coscienza, avendo dato tutto.

questo per dire cosa?

che va bene volersene andare, ma bisogna avere un piano ed un obiettivo chiaro.

A furia di viaggiare altirmenti, si perde il piacere della scoperta, di un luogo nuovo, le attese in aeroporto diventano sempre piu’ noiose, ogni luogo nuovo porta con se i soliti problemi che ritornano: la casa in affitto da torvare, la spesa da fare, i trasporti le mappe la lingua da capire.

ci vuole un desiderio sopra tutto, un qualcosa a cui tendere che ci muova, ma deve essere un obiettivo POSITIVO.

e qui arriviamo al punto: non ha senso partire per scappare da qualcosa, non deve essere un “me ne vado perche’ qui non ce la faccio piu”, ci siamo?

tante persone vogliono andarsene (ed alcuni lo fanno alla fine) per scappare dagli ostacoli che trovano a casa loro (dentro o fuori le mura).

non basta, non deve bastare.

Ci vuole un piano propositivo e positivo per sfruttare il nuovo luogo, un piano che faccia costruire qualcosa, altrimenti i problemi ci seguiranno e andarsene non sara’ sevrito a nulla.



King, vuoi andare via a studiare il che mi sembra un’ottima idea sotto tanti punti di vista.

Fatti un piano, pensa a tutto, a DOVE vuoi andare esattamente (Inghilterra?), fai una stima di quanto ti sevrira’ per vivere, se non hai il sostegno dei tuoi e sei convinto di andare puoi cercarti un lavoretto a distanza, una sistemazione a poco da cui iniziare, ma pensa alla big picture: COSA VUOI OTTENERE IN INGHILTERRA?

vuoi fare un determinato master li’, quello per cui hai fatto domanda?

non puo’ essere un esame di inglese a bloccarti, non puoi accettarlo, se davvero vuoi quell’esame lo passi con la giusta dedizione.

In fondo si tratta di come si spende il proprio tempo, le proprie giornate. l’apprendimento non e’ qualcosa di rapido, immagino che questo qui l’abbiano capito tutti. come per la seduzione, cosi’ per qualsiasi cosa: ci vuole dedizione, passare ore ed ore ad apprendere, provare, studiare.

il duro lavoro paga, nonostante il mondo ultimamente cerchi di provare il contrario.

poche distrazioni, focus e duro lavoro. se stiamo seguendo il nostro piano non ci pesera’, se stiamo seguendo il nostro piano alla fine otterremo quello che vogliamo (o qualcosa di molto vicino).



Forza.

Fino a poco tempo fa, ero certissimo dei miei desideri: continuare a studiare l’area geografica del Medio Oriente e approfondire le mie conoscenze linguistiche dell’arabo in particolare; possibilmente unire le due cose nell’ambito di una università prestigiosa e di un ambiente ricco e multiculturale come quello di Londra. Recentemente la mia passione linguistica ha subito una brusca frenata a causa del vortice emotivo di questi ultimi mesi, ammetto di essermi lasciato un po’ andare, ma fino ad un paio di mesi fa, traducevo anche soltanto per cazzeggio…



Hai perfettamente ragione, non si può andare via solo perchè si è stufi di problemi che si possono (s)comodamente portare con se’ anche altrove, tra l’altro anche questo è stato il motivo per cui non mi sono voluto concedere vacanze quest’estate, perché mi sentivo in dovere di cercare risposte piuttosto che vagare e vedere mari e panorami bellissimi , ma con un cruccio letale dentro di me.



c’è un tipo di attenzione positiva verso le cose che non sto ancora completamente canalizzando, mi sono ritrovato per dei giorni senza sentire nulla dentro, a mezzavia tra l’apatia e l’indolenza. e questo è strano, quando due tre mesi fa mi mettevo anche per gioco a tradurre gli stati di facebook di conoscenti arabofoni. e succede per magia che ti sembra persino di dimenticare la lingua imparata con interesse sincero…



@Joe si la cosa dell’età che conta nei paesi anglofoni un po’ mi spaventa, io di esperienze lavorative (anche durante gli anni universitari) ne ho fatte, di vari generi, forse più inerenti ad altre mie passioni e non alle lingue ma comunque ne ho fatte. E’ anche vero che determinate competenze si acquisiscono sul campo. Il compito con me stesso è segnarmi le aree di lavoro che più possono interessarmi e capire in cosa sento di voler specializzarmi.