Cari Seducerini,
in questa soleggiata domenica mattina sento il desiderio di venire a condividere le mie esperienze sul nostro forum.
Il mio post #1 risale a due mesi esatti fa, ed il post #2 ha un mese esatto.
È interessante che ci sia questa esattezza non calcolata, come se un mese fosse la più piccola unità di misura del nostro cambiamento.
All’interno di un mese accadono migliaia di micro-interazioni, che diventano un disegno comprensibile solo viste da lontano. Prese singolarmente, invece, possono essere molto fuorvianti.
Ed eccoci dunque al #3.
Partiamo con i racconti.
Esperienza #1 - Alice
Un mese fa sono andato per la prima volta al Museo di Belle Arti di Bruxelles (città dove vivo attualmente).
C’era un evento particolare: un’esposizione di opere di artisti non professionisti.
Ogni artista aveva uno stand, e la particolarità era che le opere erano in vendita e che gli artisti erano presenti in carne ed ossa.
Questo permetteva di conoscerli personalmente, farci due chiacchiere e confrontarsi con loro sul loro lavoro.
Io sono andato da solo, come piace a me.
Ad un certo punto noto un quadro che mi colpisce molto.
Allora avvicino l’artista, un vietnamita, e iniziamo una conversazione in inglese, molto interessante.
Anche altre persone si aggiungono alla nostra discussione, fra cui una ragazza molto carina.
Dopo un po’ che si parla, la ragazza mi rivolge la parola e mi dice “sei italiano?”.
Chiamiamola Alice.
Scherziamo un po’ e ci allontaniamo dal gruppo per continuare a visitare la mostra.
Quello che è bello nella nostra interazione è la FLUIDITÀ.
Mi spiego.
Da quel momento si era creato un legame, c’era anche del contatto fisico, un sottofondo costante di flirt e di scoprirsi, ma capitava benissimo anche che uno dei due volesse fermarsi di più davanti a un quadro e che l’altro andasse altrove per la sua strada. Poi magari uno dei due tornava dall’altro e diceva “devo troppo mostrarti un’opera che mi ha colpito!”, magari prendendolo per i fianchi o per mano.
Per divertirmi, ad un certo punto ho fatto totalmente finta di essere estremamente colpito da un quadro in particolare, attirando l’attenzione dell’artista che era in visibilio.
Gli dicevo “ma questo dettaglio, questa ombra sul fiore…è genio puro!!!” e lui si scioglieva, e Alice rideva.
Quindi un senso di totale libertà, indipendenza e non-neediness.
Ci raccontiamo un po’ di noi ma senza fretta, parliamo con altri artisti e ci godiamo ogni dettaglio dell’esperienza. (Come ho già scritto nel post #2, il godersi ogni dettaglio trovo sempre di più che sia la vera CHIAVE).
Passiamo un’ora così e poi andiamo ad un evento nel bar del museo, dove le persone si trovavano per discutere dell’esposizione.
E anche lì è bello perché sono con Alice, ma ognuno va un po’ per la sua strada, ma per poi immancabilmente ritrovarsi da qualche parte.
Come se sentissimo un filo fra noi, e ne fossimo contenti, ma non avevamo il bisogno di aggrapparcisi con tutte le forze.
Anche in questo locale si crea un gruppo di conversazione: io e Alice siamo a due estremi del tavolo, ma c’è un feeling costante nonostante la distanza fisica.
Quando io intervengo lei ascolta con un interesse speciale, e viceversa.
Il gruppo piano piano si scioglie ed è ora di tornare a casa.
Guarda caso, restiamo proprio solo noi due. E lei negli occhi ha quel classico sguardo di “ok, ma ora non voglio che finisca tutto così…che si fa?”.
E in questi casi mi diverto un sacco a tenere la ragazza sulle spine, senza fare il passo decisivo ed obbligandola quindi a scoprirsi sempre un po’ di più.
La abbraccio e la saluto, ma proprio quando faccio per salutarla lei mi dice “…ma se fai qualche concerto dimmelo, che vengo volentieri!”. Cioè una scusa per scambiarsi i numeri. E ce li scambiamo.
E ci allontaniamo a piedi in direzione opposta.
La penso un po’ troppo nei giorni successivi, e fatico a restare in mentalità abbondanza.
Comunque, le scrivo un paio di giorni dopo per invitarla ad andare insieme ad un jazz club dove si può ballare Swing.
Lei accetta, ma nel frattempo mi chiede se può venire anche la sua coinquilina…
La situazione è tosta.
Una prima uscita con l’amica reggi-moccolo non è esattamente ciò che voglio.
Cerco di essere diplomatico. Le dico certo che la sua coinquilina può venire, ma che è meglio se porta anche lei qualcuno, perché fare un ballo a coppie in tre è un po’ strano.
Questa coinquilina rompipalle insiste e dice che vuole venire “anche solo per ascoltare la musica”.
Allora decido di essere più diretto e qui arriva la mia risposta in pieno stile Seducere, mostrando personalità e palle fin dall’inizio: “No no no. Troppo facile così. Dille che ha tempo fino a domenica per rimorchiare qualcuno in università. Buona fortuna ;)”
Alice ride e dice di prenotare per due, che la coinquilina resta a casa.
Test superato.
Quindi ci troviamo domenica sera, ma prima di andare al jazz club controllo sul loro sito per sicurezza e vedo che proprio quella sera il locale è eccezionalmente chiuso…
Decido di non annullare l’uscita e trovo subito delle alternative interessanti in città, da proporre ad Alice.
Allora lei sale in macchina e andiamo verso il centro.
Cominciamo a chiacchierare: io sono piuttosto tranquillo e rilassato, mentre lei è un filo più tesa e comincia a parlare di tutto e di più (a un certo punto mi parla di quanto secondo lei le carote facciano bene e siano lo snack ideale…) - quindi la prendo un po’ in giro per questo e si rilassa anche lei.
Andiamo in un locale organic-eco-friendly in centro, dove possiamo parlare tranquilli.
E qui sento proprio quello che è l’unico vero scopo di Seducere: vivere momenti piacevoli e sani con persone (donne in particolare) che ci piacciono.
La conversazione è molto bella, c’è ascolto vero, leggerezza, felicità, tempo che si dilata.
Dopo un po’ decidiamo di andare altrove, e la porto in un altro jazz club molto bello.
Quello che forse manca un po’ è il contatto fisico, ma sento che l’interazione ha più la direzione di un’amicizia. In più mi dice che ha un ragazzo, in Italia, anche se fa fatica con la distanza.
Verso le 23 le dico che io sono contento così e la riaccompagno a casa.
Mi propone di rivederci per andare ad una mostra che le interessa, e per andare insieme nella foresta che c’è a sud di Bruxelles.
Con lei penso che coltiverò piuttosto un’amicizia, ma vediamo.
Esperienza #2 - Mihaela
A fine ottobre ho trascorso una settimana in Sud-Tyrol per un festival bellissimo a cui mi hanno invitato.
C’erano una quindicina di ragazzi e ragazze della mia età, tutti con le loro storie di vita, provenienti da tutte le parti del mondo.
C’era anche la mia ex, ma va bene così.
Consideravo questa settimana più come un momento per rilassarmi, stare con me stesso, la natura e leggere.
Invece è andata diversamente, ossia che ho dovuto affrontare molte discussioni con la mia ex, per poi decidere che era il caso di lasciarci definitivamente.
Ma tutto ciò mi ha fatto dimenticare interamente delle ragazze che c’erano lì.
Cioè io ero sempre me stesso, direi anche molto potente e presente, ma non ero così interessato agli altri.
Gli ultimi due giorni la situazione è cambiata ed ho iniziato ad apprezzare le altre persone e passare più tempo con loro, e mi sono accorto che senza volerlo avevo sedotto due persone, una ragazza che chiameremo Mihaela…e pure un ragazzo.
Fatto sta che eravamo sempre noi tre, un triangolo davvero interessante con alta tensione sessuale (incredibile come gli omosessuali siano spesso bravissimi a infilare il sesso in ogni discorso, c’è da imparare). E quindi mi sono ritrovato a flirtare pesantemente con questa Mihaela, una biondina rumena molto sveglia e carina, più grande di me, che fino al giorno prima non avevo nemmeno preso in considerazione.
A pensarci ora, eravamo andati a pranzo insieme il primo giorno, ed aveva mostrato chiaramente interesse; e ad una festa a cui ci avevano portato cercava in tutti i modi la conversazione con me, ma io proprio non la vedevo!
Questo flirt era un continuo sfottersi: mi mostra una foto che ha scattato di una montagna ed io le dico che è fatta malissimo, e che essendo un panorama doveva farla in orizzontale, tanto per cominciare. E lei mi risponde che “si vede proprio che ti piacciono le cose orizzontali, ma c’è anche altro nella vita”.
Oppure lei nota che ho il cellulare con lo schermo in bianco e nero (è una funzione dell’iPhone) e le dico che sono daltonico, che ho una malattia che mi fa vedere il mondo così, in scala di grigi.
Lei abbocca, è stupefatta e comincia a chiedermi “ma che colore vedi questa sciarpa, che colore sono i miei capelli…ecc” e io recito e mi diverto. E alla fine lei fa “ma anche se sei daltonico, lo sai se sono carina oppure no?”. Io rido, la guardo intensamente negli occhi, e poi cambio discorso.
C’è anche tenerezza, e molto contatto fisico (io che le do un buffetto sulla guancia dopo aver suonato, o che la spettino, o ancora le faccio grattini in fronte mentre siamo in pullman e siedo dietro di lei). Era meraviglioso perché, come tutte le ragazze, sa che non può accettare tutto quel contatto fisico senza dire nulla, senza fingere di volersi ritrarre. E quindi mentre le facevo i grattini a volte mi prendeva la mano per allontanarla, e però nel farlo intrecciava le mie dita con le sue. Non c’è niente di più sessuale che questo gesto…
Il ragazzo gay fomentava il tutto. Ed io davo retta anche a lui, tanto che Mihaela mi chiedeva se fossi bisex, ma non credo di esserlo.
E poi c’è stato questo momento epico, lei mi mostra una foto di lei al concerto e mi chiede “che ne dici, va bene se la metto su instagram?” E io le rispondo “certo, perché no?” e lei dice “non so, non sembra che ho il sedere grande? sono un po’ paranoica”. Io mi fermo, la guardo e le dico: “posso dirti un segreto?” Lei annuisce e avvicina l’orecchio, ed io le dico “Mihaela, hai un sedere bellissimo”.
Lei è shockata, e non dice nulla, ma i suoi occhi dicono tutto e sono certo che questa frase non se la dimenticherà facilmente.
…Però poi ad un tratto, durante il viaggio, Mihaela si ricorda della mia ex e, visto che tutti erano convinti che fosse ancora la mia ragazza, decide di interrompere tutti i giochi e tutto il flirt.
Si mostra addirittura indispettita dai miei gesti di “infedeltà”.
Allora l’ultima sera, tre di notte, prendo Mihaela da parte e le dico che la chiamerò per spiegarle delle cose. Lei è confusa e leggermente irritata.
A me Mihaela piace e quindi, anche se abita in Germania, vorrei moltissimo rivederla e conoscerla.
Qualche giorno dopo le scrivo e parliamo un po’. Sono molto diretto e le esplicito il mio interesse, che è ricambiato. Le dico che so di voler vivere dei momenti speciali con lei. Chiaramente spetta sempre a me fare il primo passo, ma si capisce che lei è attratta.
Il problema, come era successo con Alice quando ci scrivevamo, è che mi fisso troppo con la ragazza in questione, dimentico l’abbondanza e inizio a dare peso a cazzate come le parole che usa nei messaggi o i tempi di risposta. E perciò quando lei comincia a essere meno espansiva dell’inizio, io ci vado sotto.
Vorrei parlare a questo punto di quella che considero una regola importante che non credo sia mai stata trattata sul sito. Io la chiamo “La Regola di Brad Pitt” (mi è stata ispirata da un video su YouTube anni fa).
Immaginate questo scenario: Brad Pitt, l’uomo più figo e desiderabile del pianeta, chiama al telefono una ragazza per invitarla ad andare al cinema sabato sera.
La ragazza però sabato non può.
Cosa risponderà?
“Brad, purtroppo sabato ho un impegno, che ne dici se facciamo domenica?”.
Questa è la regola di Brad Pitt: se alla ragazza piacete, se le proponete di vedervi in data X, ma lei non può, state certi che vi proporrà lei stessa un’alternativa, o comunque vi farà capire che la proposta le interessa e non la lascerà cadere nel vuoto.
Dunque con Mihaela ho voluto usare la regola di Brad Pitt e le ho proposto di vederci a metà strada in Germania settimana prossima.
Lei mi risponde solo “purtroppo sono in Svezia”.
Ahia. Non un buon segno. quindi le rispondo semplicemente “ok…”.
…E a quel punto lei o lascia cadere o è obbligata ad alimentare la conversazione.
Ed ecco che mi risponde subito “quindi, come facciamo?”.
Bene, buon segno. Io resto sul vago, perché vorrei prendermi del tempo per capire che fare.
Nei giorni successivi gli scambi diventano più radi, ed io appunto ci vado sotto perché mi fisso con l’idea di lei e dimentico l’abbondanza.
Ma grazie a Seducere, conosco il rimedio. Basta uscire, o conoscere altre ragazze, e tutto torna in prospettiva.
Vi farò sapere come va a finire con Mihaela.
Esperienza #3 - Akari
Il mio pensiero fisso di questi giorni è recuperare al 100% la mentalità abbondanza, per vivere in modo sano tutte le interazioni che mi stanno capitando.
Fissarsi con una ragazza alla volta, se ancora non c’è niente di concreto, non è cosa buona.
Ho questa occasione con una ragazza giapponese, chiamiamola Akari, che conosco perché lavora per la mia stessa istituzione. Lei deve portarmi a fare questo concerto. La conosco poco, non ci ho scambiato molte parole, ma è incredibilmente bella. Dunque andiamo insieme in auto e scherziamo un po’, ma tutto sommato in modo abbastanza formale. Cerco dei modi per scioglierla, trovare dei punti di contatto, insomma cerco di capirla. Io sono rilassato e trovo il lato divertente e piacevole di ogni momento. Comunque faccio il mio concerto e finito l’evento torniamo insieme alla macchina e la abbraccio per ringraziarla.
Questo abbraccio è un gesto abbastanza forte visto che non siamo così in confidenza, ma è fatto con molta molta spontaneità e naturalezza, quindi viene ben ricevuto.
Durante il viaggio di ritorno scherziamo con più scioltezza e c’è anche un momento divertente in cui lei con una frenata brusca mi fa rovesciare addosso mezza bottiglia d’acqua da cui stavo bevendo.
In generale però sento a pelle che non c’è una grande intesa a livello intellettuale, sembriamo venire da due pianeti abbastanza diversi. È un istinto, ma raramente mi sbaglio su queste cose.
Comunque parliamo un po’ di stili di vita e lei mi dice che sta facendo poco sport (anche se ha un lato b molto notevole) e allora io butto lì molto molto alla lontana il discorso dello swing al jazz club. In fondo non ci sono ancora andato e vorrei provare.
Non le ho fatto un invito diretto, ma almeno ne stiamo parlando.
Fatto sta che arriviamo al posto dove abito e poco prima di scendere le dico se non vorrebbe provare una lezione di swing insieme.
Purtroppo sono consapevole che la mia proposta non è fatta abbastanza bene, non c’è l’energia giusta dentro e quindi suona un po’ maldestra. Per giunta in francese, quindi non sono 100% sciolto.
La sua reazione è abbastanza fredda, tipo “ah, ehm, magari, vediamo”. Come se non se lo aspettasse, come se la proposta non fosse consequenziale al discorso che stavamo facendo.
E soprattutto, leggete questo articolo, perché è una lezione di vita immensa.
https://seducere.com/lanticipazione-e-lunico-oroscopo-da-seguire/
In particolare da “Ma se si fa un attimo di attenzione, poi si scopre che se siamo noi dall’altra parte, …etc.”
Perché ciò che è avvenuto con Akari è esattamente questo.
Ci salutiamo e io scendo dall’auto…
Inoltre credo che questo errore sia dovuto 1- alla mia mancanza di abbondanza, 2- alla differenza caratteriale/mentale di base che c’è fra me e Akari.
Rifletto se sia il caso di scriverle qualcosa, come a correggere un po’ il tiro, ma decido di no, che non ha senso.
Fine. Sono arrivato in fondo!
Nel frattempo ho sentito Alice, per organizzare la seconda uscita, e sto lasciando passare dei giorni nel silenzio con Mihaela per poi proporle di vederci. Se non funziona, lascerò perdere.
Tutti questi racconti mi hanno fatto venire molta voglia di uscire stasera, penso che andrò al Meetup di francese.
Rinnovo a tutti l’invito ad essere generosi e condividere le vostre esperienze, per il bene di tutta la community e del sito di Seducere.
Un saluto dal vostro adamas, a presto!