[LIBRO] Te stesso al cento per cento

Titolo: Te stesso al cento per cento. La semplice filosofia d’essere sempre nel tuo momento migliore

Autore: Wayne W. Dyer, psicoterapista e docente universitario, è autore insieme con John Wriend di opre scientifiche, come Counseling Effectively in Groups e Counseling Techniques That Work. Si è dedicato con particolare successo alla divulgazione, sul tema del pieno sviluppo della personalità. Ha pubblicato in Italia Le vostre zone erronee e Prendi la vita nelle tue mani.

Lo trovate qui a 9,40€.





La descrizione dell’autore l’ho presa dal retro della copertina, è un’edizione del 1981: so per certo che Dyer ha scritto nel frattempo molti altri libri di successo sul tema del miglioramento personale. Stupefacente, inoltre, quanto i temi affrontati siano rimasti di assoluta attualità, andando a sondare davvero la natura della personalità e delle relazioni umane.



Il libro è strutturato su 9 capitoli, cui si aggiungono un’interessante introduzione e un’utilissima appendice, in cui vengono riportati esempi pratici di reazioni ad eventi della vita da parte di persone-tipo con un diverso tipo di atteggiamento. In realtà tutto il libro è costellato di esempi pratici, che aiutano il lettore a comprendere meglio le tematiche, e lo invitano, grazie a paragoni con eventi quotidiani, a salire la scala dei 9 gradini-capitoli per il miglioramento personale.



E in effetti il miglioramento personale è il tema portante dell’opera. Il superamento dei limiti si evince meglio dal titolo originale inglese: The sky is the limit.



Anzitutto Dyer traccia la differenza tra i vari stadi in cui clinicamente vengono inserite le persone ma, allo stadio di “malattia” e “salute”, aggiunge uno stadio di “super-salute”, ossia uno stadio ottenibile attraverso la prevenzione e una vita sana. Tuttavia ricercare questo stadio è compito di ogni singolo individuo, comunemente il compito dei medici è invece portare un individuo dallo stato di “malattia” ad uno stato di “salute”, ossia di assenza di sintomi di malessere. Vi è quindi un’analisi dei 5 stadi del comportamento umano all’interno dei 3 stadi di salute: panico, inerzia, adattamento, lotta e padronanza.



Successivamente Dyer descrive come vi sia invece una “falsa padronanza”, ossia l’assolutismo, da lui descritto come la principale barriera che si pone tra normalità e vita-senza-limite. L’autore delinea le principali caratteristiche della persona assolutista: intolleranza dell’ambiguità, pensiero dicotomizzato, rigidità di pensiero, anti.intellettualismo, anti-introspezione, conformismo e sottomissione, sessualità repressa, etnocentrismo, paranoia, essere contro la debolezza, adorazione del potere, il totalitarismo superpatriottico.



Nel capitolo successivo detta delle linee guida per aiutare il lettore a superare questo tipo di pmentalità, utilizzando il pensiero holistico: ossia il vedere il tutto come unito, eliminando le dicotomie. Alcune delle quali vengono elencate, con un invito al lettore di trovarne nella propria vita e nel proprio modo di pensare: Maschile/Femminile, Forte/Debole, Infantile/Maturo, Civilizzato/Non civilizzato, Corpo/Mente, Conscio/Inconscio, Sicuro/Insicuro, Insegnante/Studente, Lavoro/Gioco, Amore/Odio, Buono/Cattivo. Temi ripresi in questo sito, come ad esempio la dicotomia Maschile/Femminile per cui si crede che la ricerca del piacere sessuale sia prerogativa del maschio, oppure la visione di un evento come buono o come cattivo.



Di seguito arriva la vera e propria “pars construens” dell’opera, con una serie di capitoli pregni di consigli.

Primo: essere buoni animali. L’autore sostiene -a buona ragione- che in quanto animali siamo geneticamente programmati per essere felici. Avete mai visto un animale essere triste o ansioso per un lungo periodo? I condizionamenti della società e la morale religiosa invitano l’individuo ad avere una bassa stima del proprio corpo animale, quasi fosse una parte del nostro essere da rifiutare (dicotomia corpo/mente). Invita quindi a fidarsi dei propri istinti, elencando nove modi, nove ambiti ove applicare questa fiducia: funzioni corporali, mangiare, bere, respirare, dormire, guarire, movimento e gioco, sesso, esplorazione.



Capitolo successivo: ritornate bambini. Abbiamo molto da imparare dai bambini: avete mai visto un bambino davanti ad una caramella pensare: “ma forse è meglio se me la mangio domani…”. I bambini hanno l’innata capacità di vivere il presente. E siamo stati tutti bambini, abbiamo avuto tutti questa capacità innata, che poi abbiamo disimparato a causa dell’influsso della socità. L’autore suggerisce quindi 7 strade per raggiungere la “fontana della giovinezza” che sta dentro di noi, e risvegliare il nostro “bambino interiore”.

  1. Ridete!
  2. Ripristinate la fantasia nella vostra vita
  3. Siate un po’ pazzi!
  4. Siate spontanei
  5. Non abbiate paura di sbagliare
  6. Prendete il mondo per quello che è
  7. Siate fiduciosi



    Nel sesto capitolo Dyer invita quindi i lettori a fidarsi dei propri segnali interni, cercando la realizzazione personale nel raggiungimento dei propri obiettivi, nel soddisfacimento della propria creatività. Senza farsi influenzare dai segnali esterni, cose e simboli da cui la nostra cultura ci incoraggia a dipendere:
  • pillole, liquori, tabacco e “droghe sociali”
  • l’abito come prestigio
  • codici di etichetta e galatei
  • gli standard esteriori del gusto
  • messaggi pubblicitari
  • burocrazia
  • gradi e ranghi
  • la valutazione nella famiglia
  • la vostra “Psicologia”
  • figure autoritarie e leggi
  • religioni organizzate



    In seguito il percorso prevede il rispetto delle più alte necessità. E’ il passo successivo in ordine logico, e non cronologico, non è più o meno importante rispetto ai bisogni primari, non devono essere valutate come più “alte” nel senso di più importanti, e neppure nel senso di “più difficilmente raggiungibili” o di raggiungibili solo dopo aver soddisfatto le esigenze principali. Sono esigenze come le altre, e come le altre sono scritte nel nostro istinto: individualità, rispetto, partecipazione, affetto e amore, una lavoro interessante, ricreazione e relax, creatività, giustizia, verità, bellezza.



    Il capitolo successivo invita il lettore ad avere uno scopo e un significato. E’ uno dei passi più difficili nell’attuazione. Se doveste morire domani, trascorrereste la stessa giornata che avete trascorso oggi? Le stesse attività? Lo stesso lavoro? La stessa gente? L’autore invita ad una riflessione su questo tema, descrivendo il cambiamento della proprie abitudini e del proprio stile di vita come qualcosa di realizzabile, al fine ultimo di fare della vita stessa il proprio scopo. Avendo speranza fiducia in sè stessi, senza temere la propria grandezza.



    L’ultimo capitolo è parimenti significativo: vincere il cento per cento delle volte. Dyer rivoluzione il concetto di vittoria, ribaltandolo in una prospettiva prettametne interna: essere vincitori non significa arrivare primi e sconfiggere gli altri. Sbagliare è normale e naturale, ma può diventare una vittoria se si impara dal proprio errore: perdere non significa essere un perdente, fallire non significa essere un fallito. Spiega poi come perpetrare questa mentalità dal pensiero ai sentimenti, fino al comportamento che va ad influenzare la realtà.



    Considerazioni personali: la lettura di questo libro, se seguita ad una reale applicazione nella vita, costituisce buona parte di quello che è l’inner game descritto nel blog. Questo libro da tutte le nozioni e gli esempi pratici utili a prendere davvero padronanza della propria vita e sentirsi meglio con sè stessi e con il mondo.

Bello! Grazie di questa recensione!

L’ho cercato su internet nelle biblioteche, ma non cè… sto per andare in libreria e mi comprerò un libro di Dyer :slight_smile:



poi parto… approfitto per augurarvi buona estate… e buone conquiste :slight_smile:

Ho letto prima Le vostre zone erronee perché vado sempre in ordine cronologico e questo libro era stato scritto prima dall’autore. Davvero bello, mi ha lasciato molto. Per esempio mi ha dato una definizione straordinaria di “intelligenza”, che ora uso: è più intelligente non chi sa risolvere problemi di logica, ma chi è più felice. (Riporto anche la definizione di “amore”: amare un altro significa lasciare che sia se stesso, non cercare di cambiarlo per forza come fanno spesso le donne)

Poi ovviamente la descrizione dei nostri tanti errori “stupidi” cioè che ci impediscono di vivere felicemente è molto utile.



Ora ne sto leggendo un altro, e poi compro il tuo . Ciao a tutti

potresti farne una recensione a parte, magari più approfondita? Nel libro che ho letto io in effetti le “zone erronee” vengono citate molto frequentemente.

come no! appena sono meno stanco. Non so perché non l’ho fatta subito, forse perché pensavo che di quelli già consigliati dal blog non si poteva fare (lol).

ciao!

porca Miseriaccia temo che dovrai aspettare un po’. Mi ero scordato che l’ho prestato! A fare la recensione senza averlo davanti ho difficoltà, perché alcuni errori me li ricordo, ma potrebbe non essere una recensione completa… spero tu non abbia fretta !

non disperare :slight_smile:

no no, tranquillo, nessuna fretta :wink:

solo un po’ di curiosità, vorrei capire bene il concetto di zona erronea e, nel caso ciò suscitasse il mio interesse, penso che andrei a prendermi il libro a mia volta :smiley:

guarda, intanto ti posso rispondere a questo, ma tanto vale che comincio a parlarne in un thread apposito, così non si crea confusione. Poi lo completerò con tutti i nomi dei capitoli