Ma quanto conta l'amore?

ma quanto conta l’amore nella vita?

…te ne esci così all’improvviso con questa domanda da un milione di dollari?

Quant’ è bona! :slight_smile:

@John 3304 wrote:

…te ne esci così all’improvviso con questa domanda da un milione di dollari?


eh si! ogni volta che me lo chiedo mi do una risposta diversi… Confusa!!

@Kierkegaard 3305 wrote:
Quant’ è bona! :slight_smile:


Ahahahah, grazie!

Dopo lo star bene con se stessi, e l’amicizia, credo sia la cosa più bella della vita.

Probabilmente l’amore è tutto!!



“L’amor che muove’l sole e l’altre stelle” è una frase VERISSIMA



E’ l’amore che muove tutto…



Te lo confermeranno Cristo, Dante, Freud, Leonardo Da Vinci, Bruce Lee e ovviamente Spongebob …

@Giacomo 3312 wrote:

Dopo lo star bene con se stessi,




amore per sè stessi



@Giacomo 3312 wrote:
e l’amicizia,




una forma di amore anche questa



l’amore è l’impalcatura della vita!

@LoSpagnolo 3313 wrote:









Te lo confermeranno Cristo, Dante, Freud, Leonardo Da Vinci, Bruce Lee e ovviamente Spongebob …




Soprattutto Spongebob…è risaputo che la in fondo al mar se le sbatte tutte lui, le stelle marine…e si dice in giro che si sia fatto pure la sirenetta…:eek:

facciamo un po’ i nerd và.

io la vedo così, l’uomo ha 3 grandi macrocategorie di bisogni:

-Salute

-Amore

-Ricchezza



sono in ordine d’importanza. anche perchè, senza salute ce ne si fa poco dell’amore e della ricchezza.

in realtà peròle tre sono anche interconnesse se vogliamo, infatti l’amore e la ricchezza possono migliorare la salute (vedi il potere curativo delle emozioni e quello altrettanto pratico delle cure mediche acquistate) e allo stesso tempo se c’è amore nella vita di una persona, ecco che questo influirà positivamente sulla sua produttività, e quindi sulla sua capacità di arricchirsi, perchè no.

di converso, la ricchezza nn compra l’amore, si sa, e la salute neppure.



ok, dopo questa breve digressione, quanto conta l’amore?.

abbastanza da spingere a mandare all’aria le altre due macrocategorie.

è un qualcosa che tutti cercano, ma pochi hanno davvero, e forse è proprio per questo che è così importante, è per questo che gli viene dato un nome così pesante, così carico e che si cerca di accaparrarselo, come fosse uno stato da raggiungere, un qualcosa che ci manca.



ora, non vorrei essere frainteso, l’amore per se stessi è essenziale, è importante, ma non basta, abbiamo bisogno degli altri per sentire che abbiamo amore al 100%, per cui non verrò certo a dirvi che basta amarsi profondamente per sentirsi amati, mentirei.

siamo fatti così, è umano il nostro amare gli altri.

ecco sì, è naturale. parola di cui forse abuso in questi spazi, ma lo faccio per sottolineare il più possibile che è tutto dentro di noi, quello che ci serve.

ripeto, quello che ci serve, non quello che desideriamo, altrimenti non ci sarebbe nessun miglioramento, nessun percorso di crescita, nessun viaggio.

noi abbiamo i mezzi, tutti gli strumenti necessari per affrontare il viaggio nel migliore dei modi, sta a noi però, affrontarlo, questo non bisogna dimenticarselo. e chi si accontenta di stare nel purgatorio del potenziale, ammirando ammaliato gli strumenti che possiede, non sentirà mai la vera felicità che si prova quando le tre macrocategorie/sfere sono tutte in attivo, e ci appagano all’unisono.



l’amore diventa quindi non un traguardo da raggiungere, ma come al solito uno stile di vita. l’amore non è solo il classico uomo-donna ma è anche l’amore per la propria famiglia, per i propri amici, e perchè no, l’amore per il prossimo.

e qual’è il nostro strumento, il mezzo per attuare questo stile di vita?.

la capacità di dare amore agli altri, la nostra spinta a condividere ciò che abbiamo e che ci piace con le persone che stimiamo (qui il discorso si complica nei confronti del prossimo, dato che ci vuole apertura e stima per il genere umano, per riuscire a dare amore, a condividere con il prossimo ciò che ci piace. detto in soldoni, se diffidate della gente e la considerate male, avrete difficoltà ad aprirvi loro).

l’amore è condivisione, l’amore è quel luogo comune del “dare per il solo gusto di dare”.

chiaramente non è solo questo, sarebbe riduttivo, ma questo è il motore che lo muove.

dall’altro lato -come in tutte le cose c’è lo yin e lo yang-, c’è un altro aspetto magnifico dell’amore, che consiste nel ricevere da persone che stimiamo e desideriamo.

il gesto del ricevere non è cercato, non è sperato, è una sorpresa. la persona sana non ha bisogno di quello che riceve dalla persona amata, perchè si compie con il dare, il ricevere è una sorta di premio non cercato, e per questo ancora più assaporato.

ma quando si riceve dall’altro, si compie una condivisione reciproca, uno scambio che completa entrambi, ed è così, solo così che entrambi ne escono arricchiti, diversi, migliori. perchè l’amore fa crescere, checchè se ne dica.

se non c’è scambio, se non c’è condivisione reciproca, solo chi condivide con l’altro cresce, l’altro rimane inchiodato nell’opportunismo, nella prigionia dell’accumulo.

perchè la vera ricchezza è data dal movimento, dalla condivisione. anche qui, anche nell’amore.





era una domanda troppo importante, e mi son lasciato prendere la mano :slight_smile:

bene,… mi avete fatto confondere ancora di più!

@aptero 3320 wrote:

facciamo un po’ i nerd và.

io la vedo così, l’uomo ha 3 grandi macrocategorie di bisogni:

-Salute

-Amore

-Ricchezza



:slight_smile:




Ogni tanto torna utile mystery method eh?! :rolleyes:
Kierkegaard;3429 wrote:
Ogni tanto torna utile mystery method eh?! :rolleyes:
in realtà non è farina del suo sacco, è una vecchissima teoria.
ma sì, pensa che ho quel disegno delle tre sfere intrecciate, attaccato in camera, per ricordarmi sempre cosa conta davvero. :D

Io vagheggio un amore verso tutto e tutti. Se stessi, gli altri, gli animali, la natura.



Sulle tre macrocategorie di bisogni, chiaramente il tuo vuole essere un riassunto, ma io aggiungerei anche un bisogno di giustizia, di verità e di bellezza, come minimo (La teoria di Dyer in pratica).



"l’amore diventa quindi non un traguardo da raggiungere, ma come al solito uno stile di vita"

Prendo ancora una volta spunto da Dyer ma rielaboro per conto mio. In questa tua visione aptero non c’è specificato il BISOGNO di uno scopo, un qualcosa a cui tendere. Non lo vedrei né nella salute, né nell’amore né nella ricchezza. Ma poi riflettendoci meglio:

L’amore tu specifichi è uno stile di vita non un traguardo. Invece secondo me è anche quello che dovrebbe muovere il proprio senso di scopo.

Amare gli altri --> promuovere la loro felicità --> infinite possibili occupazioni per la propria vita e infiniti scopi riconducibili ad un unico scopo, amare. Uno scopo come “migliorare il mondo” (le sparo grosse stasera) è mosso dal bisogno di amare, mi pare.

Amare diventa uno stile di vita & un fine a cui tendere, per avere una vita felice (questo in un ottica in cui il senso di scopo è essenziale per la propria felicità)



avrò scritto qualcosa di sensato? Lo sa solo spongebob

Franz;3435 wrote:
Io vagheggio un amore verso tutto e tutti. Se stessi, gli altri, gli animali, la natura.

Sulle tre macrocategorie di bisogni, chiaramente il tuo vuole essere un riassunto, ma io aggiungerei anche un bisogno di giustizia, di verità e di bellezza, come minimo (La teoria di Dyer in pratica).
quelli che citi tu, non sono bisogni fondamentali, io li vedo come una sorta di ornamento, guarnizione sulla torta. sono bisogni funzionali, strumenti per raggiungere la soddisfazione dei tre bisogni fondamentali. (e perchè no, del 4° che scrivo dopo)
Quote:
L'amore tu specifichi è uno stile di vita non un traguardo. Invece secondo me è anche quello che dovrebbe muovere il proprio senso di scopo.
Amare gli altri --> promuovere la loro felicità --> infinite possibili occupazioni per la propria vita e infiniti scopi riconducibili ad un unico scopo, amare. Uno scopo come "migliorare il mondo" (le sparo grosse stasera) è mosso dal bisogno di amare, mi pare.
Amare diventa uno stile di vita & un fine a cui tendere, per avere una vita felice (questo in un ottica in cui il senso di scopo è essenziale per la propria felicità)
sai cosa?, quello che dici non fa una piega, potrei essere d'accordo in linea logica, ma poi mi dico, se l'amore diventa scopo, significa ch enon lo sto sentendo, che non lo sto vivendo già?, significa che è qualcosa che desidero ma non ho?, sono quindi sostanzialmente infelice ora?.

è questo che non riesco ad accettare. è un modo di vedere assolutamente sradicato dal presente e tutto proiettato al passato, o al futuro.

in passato ero felice (e quindi vivo nel ricordo) in futuro potrei esserlo (e quindi vivo nell'attesa)

capisci il rischio che si corre a pensare l'amore come un qualcosa ch enon ci pervade già, ma che dobbiamo raggiungere?.
diventa un desideiro infinito, di qualcosa che in realtà non si riesce mai fino in fondo a colgiere.
così nella mia ottica migliorare il mondo, non è uno scopo, è una conseguenza naturale dell'amare la vita e gli altri.

vuoi parlare di scopi?.
posso essere d'accordo, è giusto avere altri scopi oltre ai tre bisogni fondamentali, e quelli li raccoglierei in una quarta categoria, l'autorealizzazione. il bisogno finale, il massimo a cui aspirare, restando consapevoli dle fatto che senza i primi tre non si può raggiungere.

se vogliamo entrare nel dettaglio, c'è una vecchia teoria molto famosa che si studia ancora, chiamata Pirmaide dei bisogni di Maslow. immagino tu ne abbia sentito parlare o che tu l'abbia addirittura studiata.
per brevità incollo l'immagine:
File:Piramide_maslow.png20090504-maslow.jpg
ecco, le tre macrocategorie di bisogni coprono tutti i gradini della scala, tranne l'ultimo, appunto, l'autorealizzazione.
da Wikipedia wrote:
Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).
qui ci stanno tutti quegli scopi extra, per così dire, come quello di voler fare una grande opera, di realizzare qualcosa di grande.


dimmi, che ne pensi?.

una piccola precisazione che personalmente ho rilevato nel leggere Dyer: le dicotomie se ne vanno a cagare. L’amore può essere visto come traguardo pur essendo già presente nella propria vita, ad esempio. Non è che, siccome si tratta di qualcosa a cui tendere, significa che diventi irraggiungibile, anche perchè l’ottica con cui Dyer conduce il discorso è permata della capacità di vivere il presente.



L’introduzione di “Te stesso al 100%” offre un esempio di questo tipo di ragionametno, però con il concetto di perfezione. Si può tendere alla perfezione pur essendo già perfetti. Ad esempio un albero in fiore è perfetto per quello che deve fare, qui e ora. Tra 2 mesi quell’albero sarà diverso, magari avrà meno fiori e più frutti, sarà diverso ma sarà comunque perfetto.



Il concetto, ridotto all’osso, è:

PORRE COME TRAGUARDO L’AMORE+VIVERE NEL PRESENTE=AVERE COMPORTAMENTI ED AZIONI CHE ESPRIMONO AMORE NEL PRESENTE

Da traguardo, l’'Amore diviene stile di vita. In maniera tutto sommato automatica, quasi istintiva. E questo vale per tutti i principi che ogni uomo vuole far propri. Dyer ne descrive più di 3, effettivamente, ma non li rende ne esclusivi (l’uno non esclude l’altro) nè vi da un ordine di importanza interno: in pratica lascia che sia il lettore a decidere cosa, per lui, è più importante soddisfare nella propria vita, invitando però a non trascurare nessuno di essi.



p.s. cavoli, meno male che era “botta e risposta” XD

Allanon;3438 wrote:
PORRE COME TRAGUARDO L'AMORE+VIVERE NEL PRESENTE=AVERE COMPORTAMENTI ED AZIONI CHE ESPRIMONO AMORE NEL PRESENTE
Da traguardo, l''Amore diviene stile di vita. In maniera tutto sommato automatica, quasi istintiva.

non sono d'accordo con Dyer allora :D
una cosa cessa di essere un traguardo nel momento stesso in cui diventa parte di noi, entra a far parte della nostra natura, diventa appunto parte dle nostro stile di vita.
perhcè?.
perchè ci permea in ogni cosa, ed ecco che da scopo a cui tendere, quindi elemento esterno a noi -perchè diciamocelo, se ho uno scopo, questo è esterno a me e cessa di essere esterno quando lo raggiungo-, diventa parte del nostro essere, diventa il modo in cui ci relazioniamo con tutto quel che viviamo, quindi in un certo senso diventa uno strumento, un mezzo per qualcosa di più grande: l'autorealizzazione?.

non può essere un traguardo l'amore, se già lo sto vivendo come parte di me.
cosa facico, tendo verso qualcosa che ho già?. è un po' come un cane che cerca di mordersi la sua coda, invano, quando potrebbe scodinzolare e vivere felice, tanto la coda s ela porta appresso :D

non può essere una sorta di traguardo continuo?

intendo esteso al di la della dicotomia raggiunto/non raggiunto

Ok, c’è un errore in quello che ho scritto. Ho parlato a un certo punto di amore come scopo. Questo perché le mie idee sono ancora parzialmente confuse.



Sono d’accordo con aptero quando dice l’amore non è uno scopo. E’ uno stile di vita, qualcosa che è già parte di noi. Dovrebbe esserlo.

Poi cè l’autorealizzazione, che io se non avete obiezioni chiamerei anche senso di missione [assioma1]. Non ci vedo differenze, ditemi voi se ce ne sono.

Lascio perdere il “senso di scopo” che ha una proiezione al futuro. Lascio perdere lo scopo perché sono d’accordo con Allanon sul traguardo continuo. Il senso di missione per diventare persone felici non può avere una fine. La dicotomia raggiunto/non raggiunto, e quindi la dicotomia autorealizzato/non autorealizzato [se è vero l’assioma1] è destinata a darti infelicità: se non raggiungi, sei infelice, se raggiungi, stappi lo champagne ma poi devi cambiare traguardo e quindi sei da capo.

Quindi il traguardo deve essere grande, continuo, potenzialmente irraggiungibile ma quotidianamente raggiungibile (es “impegnarsi per la felicità delle persone”)

Così il senso di missione può muovere le tue azioni quando i 3 bisogni di aptero sono soddisfatti. (I bisogni di Maslow sono interessanti, grazie della segnalazione)



MA quale senso di missione non è legato all’amore? E’ questo che volevo dire. Vedo un legame fra lo stile di vita “amoroso” e la missione. A prescindere dal fatto che ami e sei amato. Ditemi tutte le missioni, i modi di autorealizzarsi che vi vengono in mente e che pensate vi permetterebbero una vita piena e felice. A me sembrano tutti collegati all’amore: migliorare la felicità collettiva, far divertire e divertirsi, rendere il mondo un posto più giusto, riempire il mondo di bellezza…

Non mi viene in mente niente che non sia collegato a una voglia di dare amore a tutti. O c’è qualcosa?



(Esagero, tutto questo mi sembra collegato al desiderio di sopravvivenza:

ricchezza–>sopravvivenza

salute–>sopravvivenza

amore–>sopravvivenza

le varie missioni–>migliorare le condizioni di vita–>sopravvivenza del mondo)

ok, premetto subito: visto che l’argomento ha una portata esistenziale questo post durerà una vita :slight_smile:

Franz;3516 wrote:
Poi cè l'autorealizzazione, che io se non avete obiezioni chiamerei anche senso di missione [assioma1]. Non ci vedo differenze, ditemi voi se ce ne sono.
ohssì, sono d'accordo con te :cool:
Quote:
Il senso di missione per diventare persone felici non può avere una fine. La dicotomia raggiunto/non raggiunto, e quindi la dicotomia autorealizzato/non autorealizzato [se è vero l'assioma1] è destinata a darti infelicità: se non raggiungi, sei infelice, se raggiungi, stappi lo champagne ma poi devi cambiare traguardo e quindi sei da capo.
Quindi il traguardo deve essere grande, continuo, potenzialmente irraggiungibile ma quotidianamente raggiungibile (es "impegnarsi per la felicità delle persone")
Così il senso di missione può muovere le tue azioni quando i 3 bisogni di aptero sono soddisfatti. (I bisogni di Maslow sono interessanti, grazie della segnalazione)
ecco, qui non sono totalmente d'accordo.
il tragurdo unico della vita?, bella domanda. è una delle poche domande a cui non ho ancora torvato risposta. mi spiace, risentiamoci tra qualche anno :rolleyes:

partiamo dal presupposto che una persona completamente libera, (quindi un prototipo ideale di persona perfetta), è già felice, come abbiamo detto, perchè per lui la felicità è uno stile di vita, ed in più è sano, ha tutto l'amore che vuole nella sua vita ed è anche economicamente libero (quindi ha come dire 10/10 in ciascuna delle tre sfere), e l'autorealizzazione?, che funzione ha nella vita dell'uomo perfetto?.
e domanda ancora più importante, l'autorealizzazione è o non è uno stile di vita, al pari della felicità?.
l'autorealizzazione è -anche lei- uno stile di vita, che permette la realizzazione di vari traguardi, consequenziali o meno.

ma quindi un ideale di uomo perfetto, sarà mai totalmente appagato nella propria vita?, potrà dire di essersi autorealizzato in toto?, di aver compiuto la sua missione?.
sì, l'uomo ideale sì, potrebbe arrivare ad un punto nella sua vita in cui si sentirà compiuto totalmente.
una cosa terrificante :(
significherebbe la staticità immediata, e quindi la morte istantanea, il vuoto che prende il sopravvento, azzerando tutto. per la serie "polvere sei, e polvere tornerai".

per fortuna, noi non siamo e non saremmo mai uomini ideali, perfetti clapunt
per fortuna a volte sbagliamo, a volte non siamo totalmente liberi
per fortuna siamo umani, e non divini.

quindi, in conclusione?.

in conclusione sia le tre sfere di bisogni fondamentali (Amore, Ricchezza, Salute) sia lo special guest (Autorealizzazione/Missione) sono stili di vita, al pari della felicità.
i traguardi, gli obiettivi, sono solo delgi inframezzi, dei paletti, dei cartelli stradali posti a dindicarci che sì, stiamo andando nella direzione giusta, che sì, stiamo seguendo lo stile di vita.

ed è chiaro, quindi, che essendo noi umani, non potremmo mai raggiungere il 100% in nessuna di queste quattro sfere, non potremo mai raggiungere tutti gli obiettivi prefissati senza sbavature, o errori.
ma se ci pensi è questa la vera figata dell'uomo, le imperfezioni che nascono dalla spinta alla perfezione. (al contrario, è tutt'altro che figo lo sguazzare nelle proprie imperfezioni, perhcè è sintomo di poco rispetto per se stessi e per il mondo, quindi cozza contro la sfera dell'Amore).
le imperfezioni non volute,
questo ci rende vivi, ci rende diversi gli uni dagli altri, unici.
questo ci fa apprezzare la vita. perchè l'uomo perfetto s'ammazzarebbe dopo un giorno di vita perfetta.
questo ci fa restare attaccati alla vita, ci fa lottare, ci fa impegnare per vivere bene. i traguardi sono caselli autostradali sull'autostrada del mondo, che gira in loop (essendo tondo :D) fino alla fine dei nostri giorni. ahahah.
Quote:
MA quale senso di missione non è legato all'amore? E' questo che volevo dire. Vedo un legame fra lo stile di vita "amoroso" e la missione. A prescindere dal fatto che ami e sei amato. Ditemi tutte le missioni, i modi di autorealizzarsi che vi vengono in mente e che pensate vi permetterebbero una vita piena e felice. A me sembrano tutti collegati all'amore: migliorare la felicità collettiva, far divertire e divertirsi, rendere il mondo un posto più giusto, riempire il mondo di bellezza...
Non mi viene in mente niente che non sia collegato a una voglia di dare amore a tutti. O c'è qualcosa?

(Esagero, tutto questo mi sembra collegato al desiderio di sopravvivenza:
ricchezza-->sopravvivenza
salute-->sopravvivenza
amore-->sopravvivenza
le varie missioni-->migliorare le condizioni di vita-->sopravvivenza del mondo)
ohssì, chiaro che sì, l'abbiamo già detto, le tre sfere di bisogni fondamentali sono la base, il presupposto necessario ed essenziale per potersi autorealizzare, per poter perseguire la propria missione.
per questo, se manca una di queste, o se non è sufficiente il suo apporto, non ci si può autorealizzare perchè manca un bisogno primario.

perchè questo?.
perchè come dici bene anche tu, sono strettamente interconnesse, s'influenzano, necessitano l'una dell'altra per funzionare.

la sopravvivenza, invece, è uno strumento, non deve essere un traguardo (chi vive per sopravvivere non se la passa troppo bene). tu colleghi tutto alla sopravvivenza, ed è chiaro, è LO STRUMENTO PRIMO, il presupposto per qualsiasi altro discorso. è come la corrente elettrica per un elettrodomestico. è la vita. quindi direi che le frecce che hai scritto andrebbero con il verso al contrario. non ti arricchisci per sopravvivere, non dai amore per sopravvivere e neppure cerchi di vivere snao per sopravvivere, no, TU LO FAI PER POTERTI AUTOREALIZZARE E PER PERSEGUIRE IL FINE ULTIMO DELLA VITA, che mi è alquanto oscuro.

non cadiamo nell'errore che fa 90% della popolazione mondiale: tu non vivi per sopravvivere, la tua non deve essere una corsa contor il tempo, una gara a chi vive di più.
anche perchè il tempo non lo batti, e il numero di anni che hai vissuto non vuol dire nulla. conta COME li hai vissuti.

mi è venuto un sentore. che il fine ultimo della vita sia vivere il tempo che vivi il meglio che puoi?.
ai posteri l'ardua sentenza. direi che per oggi ho parlato fin troppo.

discussione GENIALE comunque quella che sta venendo fuori.
questo thread va in the best d'ufficio se continua così.
ringrazio spamy per aver scatenato tutto questo ;)


un abbraccio babies :D

La felicità non è un traguardo è uno stile di vita. Me lo devo scrivere sulla mano, cacchio :slight_smile: così non lo scordo.



vivere in Salute

in Ricchezza

dare e ricevere Amore

scegliere di essere Felici

cercare di Realizzare i propri pensieri



questo è il sunto di quello che abbiamo detto. I 5 punti, bisogni, stili di vita, legati e bisognosi tra loro in modi diversi. A parte tutte le complicazioni sempre valide, dobbiamo cercare di sintetizzare i discorsi per renderli davvero comprensibili a noi stessi. Avrei la tentazione di complicare le cose… ma non ne usciamo vivi…

per esempio non sono convinto di aver fatto bene a collocare la felicità lì in mezzo, ho sempre la tentazione di riassumere tutto là dentro… per me è la felicità il vero leader fra i 5 punti. Stile di vita dentro e immenso fine nello stesso tempo… ma per adesso lascerei così



Poi. La perfezione non esiste teoricamente, anche a prescindere dalle nostre imperfezioni pratiche, perché c’è sempre un potenziale miglioramento di tutti i 5 punti. C’è un livello minimo di cui abbiamo bisogno ok, ma poi si sale all’infinito.


la sopravvivenza, invece, è uno strumento, non deve essere un traguardo (chi vive per sopravvivere non se la passa troppo bene). tu colleghi tutto alla sopravvivenza, ed è chiaro, è LO STRUMENTO PRIMO, il presupposto per qualsiasi altro discorso. è come la corrente elettrica per un elettrodomestico. è la vita. quindi direi che le frecce che hai scritto andrebbero con il verso al contrario. non ti arricchisci per sopravvivere, non dai amore per sopravvivere e neppure cerchi di vivere snao per sopravvivere, no, TU LO FAI PER POTERTI AUTOREALIZZARE E PER PERSEGUIRE IL FINE ULTIMO DELLA VITA, che mi è alquanto oscuro.

non cadiamo nell'errore che fa 90% della popolazione mondiale: tu non vivi per sopravvivere, la tua non deve essere una corsa contor il tempo, una gara a chi vive di più.
anche perchè il tempo non lo batti, e il numero di anni che hai vissuto non vuol dire nulla. conta COME li hai vissuti.

mi è venuto un sentore. che il fine ultimo della vita sia vivere il tempo che vivi il meglio che puoi?.


per me invece non siamo tanto lontani dal trovare un fine alla vita - se non l'abbiamo già trovato! - e infatti cominciano a venirti i sentori :D
"Vivere il meglio che puoi" è generico. Io direi "vivere potenziando i 5 punti". Del resto non è questo "il meglio" che possiamo fare?

Se ciò fosse vero
Come sintetizzare questi 5 punti in un unico fine della vita?
Ho una mezza idea, ma ci voglio dormire su, anche per dare tempo a eventuali altre graditissime risposte o correzioni.

Spongebob manifestati nella notte e dacci una risposta...