Ciao a tutti, voglio esprimere il mio rispetto per gli studenti che mi hanno preceduto e si sono esposti. Avete mostrato le carte in tavola, vi siete presi un rischio. Avete mostrato forze e debolezze, consci che la vostra mano forse non è delle migliori, ma noncuranti, con le palle dei veri uomini, perchè non siete qui per vincere il gioco. Voi siete qui per cambiare le regole.
Mi permetto anch’io di levare ogni velo che mi nasconde da chi sono. In effetti, solo scrivendo riesco a mettere a fuoco le idee su chi sono ora e chi voglio essere. Sarò prolisso, confusionario, contraddittorio e folle. Mi chiamo Bira, ho 21 anni e mi presento.
Per me il mondo della seduzione online non è nuovo: da circa un annetto a questa parte bazzico su siti americani di pick up artist scaricando lo scaricabile, giga e giga di video, audio, libri… risultato: ho imparato tanta teoria, linguaggio del corpo, escalation, tecniche varie… mio modesto parere? Letteralmente INUTILI. Si, bello, quando cammino devo tenere la schiena dritta, il petto in fuori, devo mostrare i palmi delle mani, devo tenere le gambe divaricate all’altezza delle spalle con le punte in fuori… ma se non possiedi una personalità interessante alle spalle, se non sei sicuro di te stesso, se non SEI FELICE è tutto inutile! Poco fa, mentre stavo facendo alcune ricerche e ho scoperto che lo zio Spagnolo si chiama Marco, mi sono imbattuto per l’ennesima volta in un blog sulla seduzione “passiva”, visitatissimo (pare migliaia di visitatori unici al giorno) ma secondo me, inferiore al nostro seducere per qualità e impatto sulle persone. E molti dei commenti erano “muoio dietro a questa ragazza, lei mi saluta ma ci conosciamo solo di vista, che cosa devo fare? Che cosa le devo dire?” Vorrei credere che acquistando quel manuale il lettore possa dare una svolta alla sua vita. Chissà… per me non è stato così ed eccomi qua a ribadire ai posteri che…
Essere attraenti non è qualcosa che si fa, se ci si sa fare o se si conoscono le tecniche. Attraenti lo si è o non lo si è, punto.
E se popolo le righe di questo forum, non lo faccio esclusivamente per avere più successo con le donne ma piuttosto per avere più successo con me stesso, stare bene nei miei propri panni e vivere intensamente attimo per attimo. Voglio lasciare le ragazze un piacevole passatempo, non un ossessione o una ragione di vita. Il mio obiettivo è portare a termine la mia missione, la ragione per cui respiro e mi sveglio tutti i santi giorni.
Credo che tutto ciò sia solo una conseguenza di un grande lavoro di ri-scoperta interiore, di un costante amore per se stessi e di desiderio di andare oltre tutti quelle convinzioni che ci limitano . “Non sono alla sua altezza”, “non merito di essere amato”, “non riesco a sfruttare i miei talenti”, “non valgo un cazzo” “sono inadeguato perchè perdo i capelli” per citarne qualcuna che mi interessa (Spagnolo deduci pure)
Ce le portiamo dentro dal passato: nella maggior parte dei casi le abbiamo ereditato dai nostri genitori. Eravamo bimbi, eravamo puri e indifesi. Loro sono stato il nostro primo punto di riferimento, i primi a scrivere sulle nostre pagine bianche e definire chi siamo. Da loro abbiamo imparato come affrontare le situazioni, se essere vittime della vita o avere fiducia nelle nostre capacità perchè non esistono problemi ma solo opportunità. Se possiamo controllare il nostro destino e raggiungere i nostri obiettivi oppure se la vita è una infinita valle di lacrime. Se diventeremo delle persone di successo o ci sveglieremo ogni giorno e amaramente abbandoneremo il tepore delle nostre lenzuola perchè l’unica dimensione in cui viviamo i nostri sogni è il buio della notte. Sempre che noi non ci si svegli un giorno di gelido sole e si decida di iscriversi al forum di seducere.com e si recrimini la propria dose di esperienze da brivido.
Il mio viaggio prosegue verso questa direzione. Per un certo periodo ho odiato i miei ma ora sono sulla via del perdono. Li trovavo colpevoli per il mio dolore, perchè non capivano il mio disagio e mi davano contro, pensavo. Non diventerò mai come voi, mi dicevo a denti streti. Oggi li guardo, li sento parlare, capisco quello che pensano di loro stessi e li capisco perchè io sono ancora molto simile a loro, per quello che penso di me stesso. La famiglia è per me una questione aperta e molto importante: voglio riuscire a essere indipendente da quello che mi dicono o pensano. Non posso stare male se disapprovano ciò che faccio o sentirmi sciogliere dalla gioia quando mi abbracciano con affetto (mio padre in particolare). Devo riacquistare la mia autostima e farla esplodere. Devo sentirmi al sicuro per essere quello che sono, adeguato in ogni contesto, ed esprimere il mio talento, la scrittura in primis, credere che le visioni di cui mi si riempiono gli occhi non sono solo possibili, ma che si stanno gia realizzando. Ecco, “sentire” le parole, ancora come un tempo, significherebbe molto (cfr – di un annetto e mezzo fa circa, molto è cambiato da allora ma potete intravedere le potenzialità dell’uomo – www.3ir4.spaces.live.com/blog/cns!30695DACE188A283!130.entry)
STATO ATTUALE: premesso questo, potete intuire le mie difficoltà dovute all’insicurezza. Consciamente qualche volta riesco a dirmi “dei bira spacca tutto”, ci credo per il tempo di un esame universitario, studiacchio e prendo un buon voto. Ma un senso di inadeguatezza di fondo mi pervade. Sintomo fisico è una stretta allo stomaco, a volte leggera, a volte una vera e propria morsa, una sorta di blocco dell’energia del mio corpo che non riesce a fluire a dovere e ristagna. Non riesco a parlare con gli sconosciuti come vorrei, non riesco ad interagire come vorrei, spontaneo, divertente e lasciare che la mia personalità irradi il mio interlocutore e lo faccia stare bene. Non riesco ad essere in the moment. Con il gentil sesso, tutto ciò elevato alla seconda, a causa di sublimi scottature procurate durante la scuola superiore con una fortunata fanciulla. Allora commisi molti errori dovuti all’inesperienza, soffrii e feci soffrire. Probabilmente non mi sono ancora perdonato.
Per il resto sono una persona che non ha problemi con gli altri, non se la prende praticamente mai, trova sempre qualcosa di positivo in tutti e quando capita di pensare “quello mi sta sul cazzo” è curioso chiedersi il perchè. Mi piace osservare le persone, notare i particolari nel loro modo di parlare, come gesticolano, come camminano, come la pensano su certi argomenti in base alla scelta lessicale e riconoscere gli stessi pattern (molto spesso mi capita di pensare: “quelloa parla come quell’altroa” oppure “ma chi cammina cosi? Mi ricorda qualcuno… ah si, leilui). Il primo assioma della comunicazione (Watzlawick, Beavin, Jackson) afferma che è impossibile non comunicare, e quindi anche la più insignificante sfumatura di ogni nostro comportamento fornisce un indizio su chi pensiamo di essere e, in definitiva, chi siamo nel mondo. Mi piace anche cercare di intuire quale sia l’immagine di se stessi che ciascuno ha. Chi sono, in definitiva, che cosa vedono nello specchio della mente quando pensano a se stessi. E sto diventando pure abile. Credo che se siamo tutti connessi ad un livello profondo, la mia sensibilità a processare questi stimoli in modo cosciente si sta via via affinando. E’ proprio vero che “the self always comes through” e che mentire è impossibile. In generale, non penso di nutrire sentimenti negativi verso gli altri, anzi cerco e sono portato a perdonare tutti incondizionatamente. Ho lasciato da molto la fase “odio tutti” che nel mio caso si era configurata come “vado a scuola con una pistola e faccio strage”. Gli ultimi, le persone verso cui faccio piu fatica ad avere sentimenti positivi, dicevo prima, sono mamma e papà. E Bira.
Penso che il problema e la sfida maggiore sia il mio rapporto con me stesso. Quello che mi dico, quello che penso di me. Non riesco ad intrattenere relazioni durature, praticamente non esco mai con gli amici a fare festa. Conosco diverse persone ma fatico a concepirli come amici e me ne tengo a debita distanza. Probabilmente perchè inconsciamente penso di non meritarmelo, una vocina insiste nel sabotare ogni mio afflato di ribellione al’utero del passato. Nelle interazioni sono quindi in codice rosso. E la mia priorità è sviluppare un Inner Game a prova di morte. Siate pure impietosi nel commentare, nel consigliare e nell’insultarmi. Se fa male, tanto meglio. E’ sempre un buon segno.
STATO IDEALE: stato di grazia, il che nella mia esperienza equivale a levarmi di dosso questa stretta allo stomaco. Se escludiamo i momenti di pura estasi che ho provato con una ragazza in un tira e molla durato anni durante i liceo (l’amico sfigato che diventa qualcosa di più, fa la cazzata, addio, riavvicinamento, cazzata, addio, riavvicinamento, cazzata, addio – no sex) solo un’altra volta sono entrato nello stato ideale. Un pomeriggio, dopo aver parlato dei miei genitori con lo psicologo della scuola, dopo aver versato lacrime liberatorie, quella sensazione se ne era andata. I colori erano diventati più intensi, parlavo con tutti senza noie, ero euforico per il semplice fatto di esistere. Esisteva solo il momento presente ed io ero in uno stato di meraviglia per tutto. Guardavo il mondo con gli occhi di un bambino, non avevo paura di nulla, ero entusiasta e riuscivo ad essere finalmente me stesso, ridere e scherzare era la cosa più semplice e più bella del mondo. Riescivo ad esprimermi con una chiarezza inedita, intuivo molto di più e anche miei pensieri erano più veloci. Nello stato ideale riesco ad attingere a nuove risorse cui normalmente non ho accesso. Sono convinto che poi il resto venga naturalmente. Arte, donne, soldi, sogni… il fallimento è solo una convinzione limitante: o hai successo o impari. Sarei distaccato dal risultato e farei tutto per il piacere del momento senza pensare a quello che succederà poi. Futuro e passato non esisterebbero. Sono felice.
OBIETTIVI 2009:
- smettere di autosabotarmi: identificare le convinzioni depotenzianti e cambiarle fino allo stato ideale
- essere più disciplinato
- farmi ricrescere i capelli con un metodo naturale che ho scoperto da poco e che mi lascia ben sperare. Se funziona, produrre un ebook e venderlo online. Continuare nella ricerca della ragioni profonde della caduta dei capelli e risolvere la questione alla radice (non ci puoi fare niente, è scritto nei tuoi geni! Bella scusa e bella opportunità per conoscermi meglio)
- creare business online che mi portino rendite di denaro di almeno 3000euromese con Internet in modo automatico
- andare a vivere per conto mio
- scrivere un libro autobiografico sulla scuola, sull’amore e sui talenti per gli adolescenti che non sanno che fare della propria vita (ma che ispiri anche gli altri che vivono una esistenza priva di vita)
- rendere felici più donne possibili (cominciamo con una)
Non sono stato proprio specifico.
L’ideale è scrivere i propri obiettivi nel modo più dettagliato possibile; ritagliarsi un oretta alla sera e perfezionarli, coccolarseli, lasciando sconfinare l’immaginazione ogni sera per almeno un mese e poi rileggerseli ogni mattina prima di cominciare la giornata.
Un brindisi ai nostri propositi CHE SI STANNO GIA’ REALIZZANDO!