Esci da solo, crea la tua realtà #2

Ciao ragazzi.

Io non sopporto l’idea che Seducere possa essere morto.
Il mondo ha un fottuto bisogno di energie sane come quelle che @aptero1 e @lospagnolo ci hanno trasmesso per anni in modo straordinariamente disinteressato, e io in questo sito credo come in pochissime altre cose.
Farò tutto ciò che posso per contribuire a tenerlo vivo. O a resuscitarlo, se serve.
Per questo motivo, vorrei proseguire con i racconti di esperienze di uscite, per ispirare magari qualcuno a fare lo stesso.
Non ho sempre storie strabilianti da raccontare, ma penso che la costanza sia più importante della perfezione e quindi mi interessa di più vivere tante situazioni e scrivere resoconti, che fare il post del secolo una volta ogni dieci anni.

Dal mio primo post di un mese fa sono uscito varie volte e sono anche accadute tante cose nella mia vita.
Una su tutte, la mia relazione a distanza che durava da 5 anni è terminata.
Penso che la vita debba restare fluida, e la distanza è come mettere nel frigo i sentimenti.
Non è sostenibile sul lungo termine.
Un’altra metafora mi viene in mente, di quel grand’uomo che era Alan Watts: se vogliamo avere un fiume, dobbiamo lasciare che l’acqua scorra liberamente; se la prendiamo con un secchio, non è già più un fiume.

Ora mi trovo qua a Bruxelles praticamente da solo, ma ho voluto accettare questa condizione di solitudine in modo totale, senza la rete di salvataggio di una relazione a distanza.
Esplorare e vivere pienamente le sensazioni e gli insegnamenti di questo periodo di solitudine. E uscirne forte e cresciuto.

Fatta questa premessa, vorrei raccontarvi in sintesi alcuni degli episodi più interessanti che mi siano accaduti. Negli ultimi 30 giorni sarò uscito una decina di volte (le ultime 2 o 3 da single) e non posso mai dire di essere tornato a casa a mani vuote. Ogni volta che mettiamo piede là fuori, accade qualcosa.
Sono uscite semplici e spontanee. Alcune sono più piacevoli di altre, ma ogni sensazione vale la pena di essere vissuta per quello che è.

Uscita 1:
come dicevo nel primo post, sto usando abbastanza l’app Meetup (da non confondere con tinder e spazzatura simile). Quindi sono uscito per andare ad un evento Meetup: una serata di conversazione in francese.
Sono un po’ pensieroso quella sera, ed il viaggio in macchina lo faccio immerso nella musica classica, che mi aiuta a riflettere.
Arrivo al locale dell’evento, e però mi accorgo che ci sono solo maschi…
Ora, io non è che esco in mentalità “cacciatore del paleolitico con la lancia”, però proprio solo maschi mi sembra innaturale.
Allora, istintivamente tiro dritto. Scelgo di restare con i miei pensieri e camminare senza meta.
Fanculo il meetup.
Cammino cammino, ed arrivo in uno dei grandi viali di Bruxelles, con i grattacieli, strade a 3 corsie, alberi autunnali ai lati, tanto grigio…
Scendo a piedi lungo il viale, quando ad un tratto noto un’insegna che dice “Jazz Club”.
Adoro il jazz ma effettivamente non sono mai stato in un jazz club. Quindi entro.
Il proprietario, un ragazzo giovane vestito tipo da facchino, con la giacca rossa, mi saluta e mi invita a mettermi dove voglio.
Però il locale ha qualcosa di insolito.
Non è molto grande, una sola sala, luci basse e divani al posto delle sedie.
Ma quello che è strano, è che i divani sono tutti uniti.
Praticamente un lato del locale è pieno di divani tutti vicini, a semicerchio.
non esistono i tavolini separati come nei normali bar.
Per cui mi siedo su un divano, ma di fatto sono seduto con altra gente. È una bella idea, abbatte le barriere.
C’e musica swing anni 20, e delle persone vestite un po’ vintage ballano passi complicati nella pista, con l’aria di divertirsi molto.
Mi metto comodo e mi godo l’atmosfera per 10 minuti buoni, senza fare nulla, rilassatissimo.
A quel punto mi viene sete e vado a prendere qualcosa al bancone. Il mio cocktail preferito è acqua frizzante, ghiaccio e limone.
Torno al divano col mio bicchiere, ma noto una signora seduta da sola. Allora vado verso di lei e dico “hi! can I sit here?” Lei è lievemente sorpresa, ma mi sorride e dice di sì.
Parentesi, una cosa che sto imparando uscendo da solo, è capire se effettivamente qualcuno è lì da solo, o se il suo partner è in bagno/sta aspettando qualcuno. Non è piacevolissimo mal interpretare queste situazioni e trovarsi il fidanzato alle spalle qualche secondo dopo.
Meglio prendersi qualche minuto e contestualizzare.
Comunque lei era da sola, e cominciamo a chiacchierare. Una bella donna sulla cinquantina, dallo stile un po’ rock.
Parliamo del locale, che è nuovo, e di tante altre cose. Lei si scioglie gradualmente e ci intendiamo bene.
Ad un certo punto le dico, in francese: “guarda, io sono un ballerino terribile, ma se vuoi andiamo a ballare insieme”.
Le si illuminano gli occhi e la porto in pista. Lei ha sicuramente più dimestichezza di me, ma io sono molto lanciato e anche le altre coppie più esperte ammirano la nostra energia.
Balliamo senza pensare e con tutto il contatto fisico necessario.
Dopo qualche canzone mi voglio fermare e lei mi dà un bacio sulla guancia, tutta contenta.
Quindi parlo un po’ col proprietario ed altre persone, e contento dell’accaduto decido di tornare a casa.

Uscita 2:
Un amico italiano che ho a Bruxelles mi dice che il suo coinquilino turco ha subaffittato uno scantinato e lo ha trasformato in una piccola sala concerti col pianoforte.
Sabato sera ci sarà l’inaugurazione, con una jam session jazz (e due!).
Mi ci butto volentieri.
Arrivo un po’ sul tardi in questa casa privata. Di fronte al portone, sul marciapiede ci sono vari ragazzi che chiacchierano, e la musica riempie la strada. Anche da fuori si percepisce che c’è molta vita.
Io mi trattengo fuori perché sto telefonando. Scorgo dentro il mio amico che mi fa cenno di entrare. Finita la telefonata entro e lo raggiungo. Lui è nell’anticamera con la sua ragazza che conosco già, e con loro c’è anche un’altra ragazza carina. Ci presentiamo subito (ma ero ancora fidanzato, quindi mi trattengo parecchio) e poi andiamo a sederci per terra con tutti gli altri. Casualmente trovo anche un’altra ragazza, coreana, che conoscevo già e che non mi aspettavo affatto di incontrare lì.
Anche lei è con un’altra ragazza e ci presenta.
Una polacca non male, una decina d’anni più di me.
Sono l’ultimo arrivato ma dopo due minuti sto già chiacchierando con varie persone e sono molto a mio agio in quella casa.
le persone percepiscono questa disinvoltura, quando siamo in flusso, e sono incuriosite.
Il concerto fa una pausa e le persone si alzano in piedi per uscire a fumare o che altro. Si creano dei gruppetti di persone ed io, pur senza conoscere la maggior parte dei presenti, riesco a tenere banco in uno di questi gruppi.
In particolare c’è questa ragazza spagnola che avevo visto solo una volta un anno esatto fa.
Con lei c’è intesa e ci stuzzichiamo.
Il fatto è che per qualche motivo non mi ricordavo affatto di lei.
Anzi, ero certo di non conoscerla.
Lei mi ricorda il suo nome e allora mi torna in mente! Le dico che ho ottima memoria di solito e lei mi prende in giro, ma il fatto è che aveva cambiato molto taglio di capelli.
Esco dalla casa e mi metto a parlare con un’altra, anche lei spagnola. Si vede che c’è interesse e quando mi dice che è cantante le dico che muoio dalla voglia di sentirla cantare, e la convinco ad andare sul palco per il prossimo pezzo.

scrivendo questi resoconti mi accorgo di come, da fidanzato, io abbia dovuto censurare una quantità esagerata di slanci…tutti queste interazioni sono degli aborti, praticamente. Meglio chiudere questa fase e passare direttamente a quella da single.

Uscita 3:
Eccoci alla fase single. Vedrete chiaramente la differenza.
Torno al Meetup di francese.
Entro nel locale molto molto tranquillamente. Ho una sciarpa rossa nuova che mi piace un sacco.
Mi mescolo con la gente e noto subito gli occhi di una ragazza che mi osserva.
Tuttavia non vado mica da lei! Mi metto a parlare con un ragazzo libanese molto positivo.
Chiacchieriamo fin da subito con energia, animatamente. Gli propongo di andare un po’ in disparte, dove c’è meno rumore e continuiamo a parlare su un divano.
C’è una buona intesa, ma a parte che ogni frase mi toccava. Sapete. Quelle persone che proprio toccano tanto quando ci parlate. ma comunque un certo punto mi accorgo che non riusciamo ad andare oltre lo small talk. Anzi, con aria serissima mi dice una citazione di Einstein (mah) così banale che scoppio a ridere e dico: “beh, mica ci voleva Einstein”. Allora gli dico, guarda in questi posti è meglio stare in piedi, perché sedersi ammazza le energie e ti taglia fuori dal gruppo. Decidiamo di dividerci e vado da un altro gruppo. Quello che è divertente da qui in avanti è che sto sempre nella zona della ragazza che mi osservava, ma appositamente non vado mai diretto da lei. Mi inserisco in una conversazione e scopro che un sacco di persone quella sera sono italiane.
Idea importante. Quello che noto di questa serata (che se leggete fino in fondo è quella andata meglio) è che mi stavo godendo proprio tutto. Non pensavo a nulla, ed ogni dettaglio me lo gustavo. Esempio: c’era sto ragazzo di agrigento con gli occhiali a fondi di bottiglia, un po’ tonto e che parlava malissimo francese, ma io lo incitavo un sacco e lo aiutavo switchando in italiano quando serviva, suggerendogli parole, lo elogiavo per il fatto che si buttava in un contesto fuori zona di comfort ecc. Non è che pensavo “che sfigato” o solo “ok devo farmi quella ragazza”, ma vivevo ogni persona e ogni momento con il massimo dell’interesse. E questa è la chiave, secondo me.
Tutto era palcoscenico, tutto era teatro. I tempi, i cambi di velocità, gli ingressi tutto spontaneo e perfetto.
Sicuramente il poter passare in italiano a piacere è un’arma strepitosa. Io con inglese e francese sono molto a mio agio, ma non è la stessa cosa.
Fatto sta che continuo le mie conversazioni ma ormai sono fianco a fianco con la ragazza che mi osservava. E lei non ne può più del mio evitarla, e decide di venire a presentarsi lei.
Una napoletana bionda niente male, un po’ più grande di me. Con lei l’intesa è altissima.
Quando le dico che sono italiano dice che l’aveva capito subito dalla sciarpa.
ed è fantastico punzecchiarla tipo se sbaglia una pronuncia in francese, o farle il verso, ecc. il contatto fisico lo crea lei, toccandomi ogni tanto.
Parliamo un bel po’ e siamo continuamente sulla nostra isola. Anche quando la conversazione è a più persone, io e lei abbiamo sempre un canale preferenziale.
Io le dico che le napoletane mi piacciono, ma che ero in vacanza a Sorrento e che ho incontrato delle ragazze così dirette che mi hanno traumatizzato. Lei vuole a tutti i costi sapere cos’e successo, ma io faccio il misterioso “ma no guarda, meglio di no…” e più mi ritraggo, più lei diventa curiosa.
Ringraziamo https://seducere.com/senso-di-mistero-ed-accettazione-totale/
Fatto sta che continuiamo a parlare con grande feeling e percepisco che lei vorrebbe qualcosa in più, perlomeno il numero.
È divertente perché i ruoli si ribaltano, io faccio il prezioso e scappo per gioco dalle sue avances.
Mi dice che la sera dopo farà una cena con 7 amici, per inaugurare il suo nuovo appartamento. E io continuo ad autoinvitarmi in modo velato, tipo “allora a domani” oppure “sarete in 8 giusto? ma il polpettone è per 8 precisi o ce ne starebbero 9?” ma poi decidiamo di fare un’altra volta.
Dato che la sua amica (che prima era impegnata a farsi abbordare da un australiano) comincia a scalpitare per andare via, la napoletana si decide a chiedermi il numero in modo esplicito. Glielo do volentieri.
Finisco la serata andando a mangiare qualcosa con il ragazzo di agrigento.

Uscita 4:
Questa è più breve, ma intensa.
Esco con i miei colleghi nella migliore pizzeria italiana di Bruxelles.
Un posto piccolo che mi ha consigliato la napoletana, ma di qualità strepitosa.
Anche stasera sono molto a mio agio e quando arriviamo noto che entrambe le cameriere sono due gnocche devastanti. Una bionda e una mora. Di sicuro il proprietario sa fare il suo lavoro.
In questi casi non ha senso scegliere quale preferiamo, basta vedere quale delle due è naturalmente più ben disposta, e lasciare perdere l’altra.
Noto che anche se entrambe sono molto solari e amichevoli, con la mora c’è decisamente qualcosa in più. Anzi, noto che c’è molto in più.
Tutta la sera è una spontanea danza, in cui alterniamo flirt a un disinteresse troppo marcato per essere vero. E di sguardi ce ne sono parecchi. Rifletto un po’, perché non mi è mai capitato di volerci provare con una cameriera mentre lavora, e quindi non ho un’idea precisa di come gestire la situazione. Il mio istinto mi dice che devo creare una interazione in cui posso parlare da solo con lei. Dopo tutti gli sguardi e i flirt non verbali, le faccio segno e quando si avvicina le dico
“ascolta, ho una domanda molto importante da farti…”
Faccio una esagerata pausa scenica che la lascia in sospeso e poi dico:
“ma i pomodori, da dove arrivano?“
Lei è spiazzata e ride e dice che non lo sa.
E io le dico “ ma come, pensavo che ci andassi tu a comprarli“
E lei stizzita e divertita dice “guarda che i ristoranti hanno i fornitori! Comunque ora vado a chiedere“
Poi torna e mi dici che sono italiani. Il clima dello scambio è molto molto piacevole.
Questa piccola scena ha creato quel tanto che basta di confidenza in più che mi consentirà di fare la mia mossa a fine serata.
Prima di uscire dal locale parliamo con il proprietario e lei è lì di fianco che ascolta e io racconto di essere stato in vacanza a Sorrento e di come i dolci del ristorante fossero incredibili, pari a quelli di Sorrento. Quella sera sono veramente in flusso, e ogni conversazione è magia, energia.

Tutti i miei amici si dirigono verso l’uscita ma io rimango lì fermo. Io e la cameriera ci guardiamo dritto negli occhi. Lei sostiene lo sguardo per tipo cinque secondi finché il suo capo non la chiama per portare dei piatti. Quando poi torna indietro io sono ancora lì, ci guardiamo e le dico: “Ascolta, sono uscito senza telefono, ma sei troppo carina e devo chiederti il tuo numero”. Lei mi guarda un attimo, sorride e dice “sei molto carino, ma sono fidanzata, mi spiace“.
le dico “okay, tranquilla” ed esco felice.

Spero i racconti vi siano piaciuti.
Alla prossima!

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Ciao,
Sono nuovo nel forum. Ho letto anche il tuo primo racconto e mi è stato di ispirazione.
Ammiro la tua intraprendenza. Di solito quando esco da solo finisco per annoiarmi e tornare a casa. Magari devo cambiare modo di fare. Ma tenterò di nuovo.

Ciao @Nottambulo, benvenuto!
Sono contento che questi racconti ti abbiamo ispirato. Ce ne saranno altri presto :slight_smile:

1 Mi Piace

A breve ne scriverò anche io :+1:

Ahahahahhahaha

“ma i pomodori, da dove arrivano?”

Geniale, mi hai fatto morire.

Belle esperienze, mi piace anche come scrivi.
In bocca al lupo per le prossime!

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Bei racconti, ho apprezzato il flusso di pensieri, storie, situazioni, emozioni.