Esci da solo, crea la tua realtà

Ciao a tutti!
Ho 26 anni e vivo da un anno per lavoro-studi a Bruxelles.
Abito in un piccolo campus.
Mi sono presto reso conto che non c’è qui dentro quasi nessuno sulla mia stessa lunghezza d’onda.
Nessuno che abbia quella marcia in più per vivere una vita piena, come Seducere ci insegna.

Parentesi.
Seducere è stato parte fondamentale della mia formazione, negli anni del liceo. Benché ultimamente il sito non sia vivo come all’epoca, mi fa sempre piacere tornare a leggere un articolo ogni tanto.
Chiusa parentesi.

Dicevo, mi sono dovuto rendere conto di non avere alleati, persone con cui uscirei volentieri.
Mi è capitato di uscire con qualcuno ovviamente, per provare a smuoverli, vedere cosa veniva fuori.
Alcune di queste serate sono state così raccapriccianti che ora faccio molta fatica a voler coinvolgere qualcuno del campus nelle mie avventure.
Per questo motivo, ho dovuto accettare che per ora devo uscire prevalentemente da solo.
Ho iniziato ad andare a qualche Meetup (è un app, carina, ve la consiglio se siete Expat ma non solo) e mi sono trovato in situazioni interessanti. Sia a livello di conversazioni, che di ragazze.
Tuttavia, non posso pensare di dipendere da un’app, per sviluppare la mia socialità.
Quindi il passo successivo è stato iniziare ad uscire da solo.

Vi racconto oggi volentieri una di queste uscite, perché possa ispirare qualcuno di voi in cerca di stimoli, per avere un feedback eventualmente, e come ringraziamento a Seducere.
La mia intenzione è di scrivere qualche resoconto qui con una certa regolarità, ma vedremo cosa succederà.

Partiamo! :slight_smile:

“Fine estate.
Vado con la mia auto decappottabile gialla ad uno spettacolo di teatro contemporaneo.
Mi sento bene, tranquillo e rilassato.
Una serata libera, ben meritata.
Recupero il mio biglietto alla reception, mi metto in fila per entrare in sala e subito mi trovo davanti due ragazze, anche loro in coda.
Una è piuttosto carina, entrambe hanno un drink in mano.
C’è un istante di eye-contact e mi verrebbe da chiedere cosa bevono. Ma lascio sfumare il momento, e poi non ha più senso.
In sala mi godo lo spettacolo, le sensazioni, i dettagli.
Due giovani sorelle sul palco.
Dura solo 40’ e alla fine cerco di andare nel camerino per complimentarmi, ma la maschera non sa indicarmelo. Poco male.
Scendo le scale e ho davanti due signore anzianotte che parlano, in italiano, dello spettacolo appena visto.
Si fermano ad una balaustra, un metro una dall’altra.
Io mi piazzo in mezzo e dico: “di dove siete? :slight_smile:”.
Io sono tranquillo, ma loro un po’ sul chi-va-là, non è così comune che uno sconosciuto ci rivolga la parola dal nulla.
Riesco a scioglierle abbastanza in fretta e inizia una discussione sullo spettacolo.
Le faccio parlare, faccio domande, chiedo il loro parere su alcuni aspetti un po’ criptici dell’opera.
Lego in particolare con una delle due, che rimane molto colpita quando le dico che lavoro faccio (sono nel campo artistico). Lei lavora al Parlamento Europeo. Dopo averla sciolta - mi vuole lasciare la mail - decido di passare oltre.
Le sessantenni non sono esattamente il nostro target, no?
Questo teatro ha uno spazio all’esterno, tipo giardino da aperitivo.
Esco e vedo due ragazze sedute, e vicino a loro una sedia vuota.
Rientro, prendo un drink (analcolico, molto bello, con anguria e lime) e dopo aver fatto sorridere la barista (“it’s beautiful!”) esco e vado direttamente dalle due ragazze sedute.
“Hi girls, can I join?”. Loro sono un po’ imbarazzate, del tipo “chi cazzo è questo, mò?”, ed io stesso ci metto 30 secondi buoni a sciogliere mente e lingua.
Gradualmente ci rilassiamo tutti ed anche la più timida/diffidente delle due sembra mettersi a suo agio.
Io parlo in modo molto tranquillo, sorridente, trovando argomenti comuni e coinvolgendo entrambe in ogni discorso.
Una delle due è una ragazzona mulatta, non il mio tipo decisamente; l’altra è una spagnola carina, tipo scoiattolino.
La conversazione, parliamo di AI perché loro ci lavorano, rimane un po’ troppo ‘istituzionale’, anche se provo a lanciare una battuta ogni tanto, o qualcosa che alleggerisca il clima.
La sensazione, da quando ho messo il culo su quella sedia, è quella di essere in una scena di teatro improvvisato. Ogni istante, ho il potere di trasformarlo in qualcosa di piacevole, divertente, interessante.
Lo spettacolo appena visto in questi casi è un ottimo argomento di conversazione, ma loro non erano in sala.
Fatto sta che la scoiattola spagnola, da diffidente che era, è ora la più interessata. L’altra invece è così femminista convinta che quasi ci litigo.
Decido che però il feeling generale non è quello ottimale, ringrazio e torno dentro a portare il bicchiere.
Ed ecco che qui Dio fa una delle sue magie, e di fronte al bancone mi fa incontrare le due sorelle attrici. Una è estremamente bella, genere Bianca Balti/Emily Di Donato. L’altra ha più talento, ma è meno bella. Forse però è la più interessante delle due.
Quindi, mi trovo di fronte al bancone con le due attrici e la loro manager.
E con loro do veramente il meglio.
Ormai scioltissimo, felice, presente, 100% me stesso.
Faccio loro dei complimenti stra sentiti, con trasporto tipicamente italiano, e ci esaltiamo tutti.
Mi guardano in un modo diversissimo dalle altre due tizie di prima.
Hanno tutte e tre un’espressione come a dire “ma da dove esce questo portento di energia?”
Quella bellissima mantiene un contatto visivo molto molto forte, tanto che io guardo più l’altra, un po’ per fare il prezioso, ma forse è una cazzata.
Mi dicono che sono di Montreal e io per caso ci andrò in primavera per lavoro. Ci scambiamo i contatti, per forse rivederci, parliamo un po’ e poi le lascio.
Mi metto alla guida, e torno verso casa immerso nella luce del tramonto, con sensazioni bellissime addosso.”

Stasera esco di nuovo, magari farò un altro resoconto.
Vorrei aggiungere un dettaglio importante: io sono fidanzato, da 5 anni. Ho una relazione a distanza con una ragazza che mi piace molto. Ma la distanza la sento.
Proprio per questo ho vari dubbi su come vivere esattamente le mie avventure sociali, fino a che punto portarle e quando fermarsi.
Però serate come questa, anche se non sfociano in nulla di “concreto”, per me sono Vita.
Qualcuno di voi si è mai fatto queste domande?