Sfogo!

A me invece piace un sacco, secondo me le vostre zone erronee è la bibbia del vivere moderno. Ci ho trovato un sacco di concetti che ci sono anche in seducere, influenze buddiste e di culture orientali.

Non escludo che ci possano essere cose che si prestano ad interpretazioni strane o magari altre aspetti che possono essere soggettivi e non condivisibili da tutti. Personalmente però io dentro ci trovo tutto ciò che serve per vivere in pace con te stesso, poi magari è una mia interpretazione.

quindi mi consigliate di leggerlo?? :laughing:

Io sì, sono però curioso di sapere perché ad altri non piace. Dato che io lo consiglio a tutti mi piacerebbe conoscere punti di vista nettamente opposti ai miei.

Poi leggere secondo me è sempre consigliato, magari ti fai un’opinione ancora diversa. O male che vada ti avrà fatto cagare ma ti sarai aperto a idee diverse dalle tue.

Dyer sostiene che controllando i tuoi pensieri puoi controllare le tue emozioni ed essere sempre felice come un fiorellino di campagna.
Non funziona così.

Controllare i tuoi pensieri significa decidere di interpretare la realtà a tuo piacimento. Un esempio che fa spesso è: se qualcuno mi offende io posso prendermela con lui e incazzarmi perché mi ha offeso. Oppure posso interpretarla diversamente. Posso riconoscere che ciò che mi ha fatto incazzare non sono state le sue parole, ma è stato come io le ho interpretate. Una volta capito che le parole in sé non possono ferirmi, ma il valore ed il significato che io gli do sì, capisco che se mi incazzo per quello che lui ha detto è solo peggio per me e forse non conviene. Ed è quello che sta alla base del “fottersene del giudizio”, del “sii il regista della tua vita” e del “luck is an attitude”: ciò che faccio, come mi sento e come interpreto gli eventi che mi capitano, a me è imputabile ed a nessun altro, pertanto posso decidere di agire di conseguenza e con una consapevolezza di controllo maggiore.

Poi siamo d’accordo che se non sei il Dalai Lama questo livello di consapevolezza assoluto non lo raggiungerai mai, ergo se non dedichi la tua vita solo a quello. Ma ti dirò di più, sì sarebbe bello, ma credo che a noi comuni mortali neanche interessi tutto ciò.

Certo è però che senza per forza arrivare a livelli zen, acquisire mano mano più consapevolezza e quello che qualche psicologo sociale ha chiamato “controllo percepito”, può solo contribuire a ridefinire un po’ di aspetti che ti causano disagio e fare di te una persona più assertiva.

Poi ognuno decide SE e fino a che punto sia importante per lui questo aspetto.

Qualcuno idealmente potrebbe anche pensare che sia meglio prenderlo a cazzotti in faccia il tipo che ti offende, e in questo rientrano i limiti soggettivi e non universali di cui parlavo.

Parlo delle reazioni interne io, non di quelle esterne (che ne sono la conseguenza).

È la classica filosofia del “sempre positivo sempre al top” del self-help americano Diè.

Va benissimo (agli inizi) se la tua tendenza è l’opposto: sempre triste sempre depresso sempre unammerda.

Ma se sei una persona normalissima può anche farti male quella roba perchè ti mette in testa aspettative irreali, non esiste mai nella vita il controllo delle emozioni.
Non sono un neuroscienziato quindi non mi addentro nei discorsi delle interazioni tra corteccia prefrontale e sistema limbico.
Ma so che se una cosa mi va male non è che devo stare la ad interpretarla nel “modo giusto” così non piango e non sono triste. Anche perchè l’interpretazione emotiva è automatica e soprattutto immediata, mentre l’interpretazione razionale è postuma, and it is not the other way around.
Mi vivo il periodo dimmerda, e poi come tutte le emozioni, il periodo passa e si torna in marcia. Affronto di petto la situazione con le palle.
Invece quello che offre lui è l’ennesimo scudo protettivo contro le emozioni negative.

C’è una soluzione, secondo me, molto più efficace e immediata al “problema” e non ci vuole un libro per comunicarla:
Non farsi controllare dalle proprie emozioni ma allo stesso tempo viversele.
Non farsi controllare dai nostri pensieri emotivi ed irrazionali ma allo stesso tempo farli fluire.

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Hai ragione in quello che dici, ma io quando leggo le vostre zone erronee non è quella l’impressione che ho. Non si tratta secondo me di essere sempre felici e sempre al top, ma si tratta di essere “felici” o meglio sereni, o meglio consapevoli anche quando non lo si è. Inutile incazzarsi se un altro ti offende riprendendo l’esempio di prima, ma sii consapevole che il fatto che ti abbia dato fastidio è successo solo nella tua testa (appunto come dici tu il talamo che manda segnali all’amigdala e bla bla bla).

Non addentriamoci troppo nel funzionamento delle emozioni secondo Ekman e amici, il discorso che stiamo facendo è più filosofico e non si basa neanche secondo me nell’eliminare tutte le emozioni che non siano felicità. E oltre tutto non si parla di qualunque caso in cui si possono manifestare le emozioni. Non ti dice “se vedi un orso, fermati a pensare se la paura è scaturita dal l’orso o dalla tua immagine mentale e da come tu percepisci l’orso”, ma ti dice “togli quei pensieri inutili che ti fanno stare male”. Sei in angoscia per il futuro? Lavora sul presente, avere pensieri negativi per il futuro non serve!

Cioè ti parlo da uno a cui il controllo completo delle proprie emozioni non piace neanche ma il punto non è difendersi dalle emozioni negative, anche perché non esistono emozioni negative o positive ma sono tutte utili, il punto è limitare casomai i PENSIERI negativi e i ragionamenti nevrotici che ci portano in determinati stati d’animo che sono dannosi per la stabilità emotiva. Ecco, questa è la direzione di fondo, la stabilità emotiva, che non significa essere monoemotivi e sempre felici. Chi è stabile emotivamente non è sempre felice ma è a suo agio anche quando non lo è.

Ho capito quello che dici tu, ma sono due tipi di stimoli diversi: uno è determinato da qualcosa come ad esempio lo stimolo-orso che determina stati fisiologici che noi interpretiamo come paura. Qui si parla invece di “pippe mentali” INTERNE, date dal tuo modo di ragionare, dalla tua visione del mondo e dai tuoi valori che ti portano in stati di disagio che non servono. Individuare questi ragionamenti (o meglio ATTEGGIAMENTI) che ti causano disagio e il modo in cui interpreti la realtà, che non è giusto o sbagliato in assoluto, ti spinge a riflettere sulla causa del tuo malessere e ti permette di effettuare aggiustamenti. Ma non sul processo di stimolo–>interpretazione razionale dell’emozione, ma su modifica del sistema di valori e della visione del mondo–>modifica dell’atteggiamento–>modifica NATURALE e spontanea del comportamento. È l’essenza del “miglioramento personale” se vogliamo. Ed è anche come ci fanno comprare la coca cola per dire. Essere consapevoli di tali processi e sfruttarli a proprio vantaggio significa “controllare i pensieri” e di conseguenza come ci sentiamo. Più che emozioni in senso psicologico io direi l’umore forse, ma neanche.

Molti dei suoi concetti li ho sentiti riprendere più volte da più psicologi, alcuni che conosco anche di persona. Oltre che dai monaci zen ahah

Comunque io la vedo così, però riconosco che magari la sua filosofia si presta a interpretazioni leggermente diverse ma io personalmente la vedo come una guida abbastanza completa per affrontare al meglio i nevrotismi della società industrializzata.

Però è sempre un piacere affrontare questi discorsi con te Marcolì :smiley:

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Dio quanto mi sta sulle palle Dyer
Intanto sono libri di marketing. Se vai da qualcuno che si occupa di questo marketing appunto e gli dici di questi libri, sicuramente si metterà a ridere
Esperimento: prova a prendere un qualsiasi libro di auto aiuto di Dyer e co. e apri una pagina a caso
Ci saranno solo problemi descritti. Perché è facile vendere questo tipo di cose, di parlare male. Prima ti dicono un problema e poi cosa fare sul come risolverlo. In altre parole quello che fa la pubblicità.
Prendi quel rush? Dura forse un pomeriggio, e subito dopo ne compri un altro di libro.
E ti prego, non parliamo di buon senso (che una persona dovrebbe dosarsi bene) e diciamo come stanno veramente le cose: non servono a niente!
Poi se mi vieni a dire ‘non è vero non parla solo di problemi’, ti direi che ogni tre pagine di problemi ci sono tre righe di serenità
Prova proprio a farlo
Altra cosa, ed è veramente piccola perché il resto l’ha detto benerrimo Mar, facciamoci una domanda che porta una bella riflessione

Ma se questi libri di auto aiuto funzionassero davvero, perché la categoria degli psicologi non si è estinta?
Evitando risposte commerciali, evitando risposte per cercare di difendere a spada tratta gli autori preferiti, la risposta è una
Non funzionano (cazzo)

Ps. Qual era già l’argomento principale del post? Haha non è che siamo off topic

Oh, a me piace ahah

Che sia marketing può darsi.
Che parli solo di problemi può darsi.

Se i problemi fossero così facilmente risolvibili gli psicologi si sarebbero estinti da soli ahah

Poi ho spiegato ampiamente il mio punto di vista e rimango su quello. Io lo trovo interessante, mi è servito e mi continua a servire, poi che sia na trovata commerciale o meno, che sia mentalità americana di quello che volete non lo so e neanche mi interessa, per come la vedo io tocca molti punti importanti e su cui sono d’accordo.

Che poi nei libri consigliati di seducere l’ho trovato eh. Dire che va preso con le giuste dosi sono d’accordo anche io, dire che è tutta merda non ve lo appoggio ahah

Mar ha ragione al 100%. Non puoi interpretare qualsiasi cosa totalmente come ti pare. Ci sono cose che ti fanno stare male, punto. Deve essere così. Opporsi e cercare di controllarle o non provarle porta solo a sconquassare tutto, ti infetta e peggiora l’agonia, prolungandola. Senza contare che, spesso, le emozioni negative sono utili a non farti fare cazzate o cose che non vuoi veramente. A volte ti forzi a fare cose solo per evitare il risvolto negativo, producendo di fatto un peggioramento della situazione dato che le cose non spariscono, si sedimentano, pronte ad esplodere. Tutto questo l’ho imparato a mie spese, purtroppo, e lo sto imparando tutt’ora.

Bah, io credo di essere uno che si analizza molto e che cerca di capire dov’è che sbaglia e da dove viene il mio malessere. So bene quali sono i miei problemi e come posso risolverli và, se poi lo faccio o meno, quelli sono altri miei problemi che devo risolvere.

Questo per dire: a me le vostre zone erronee è stato utile quando l’ho letto e sinceramente lo rileggerei. So bene che le emozioni negative servono, e non è assolutamente nella mia filosofia di vita eliminare ciò che è naturale, ma ripeto che secondo me le “zone erronee” di cui parla nel libro, non sono riferite tanto ai processi fisiologici, quanto a determinati pensieri che ti causano angoscia, che sono scaturiti dalla TUA cultura e dal TUO modo di vedere le cose.

L’essere umano impara sempre e modifica costantemente i suoi atteggiamenti in base a ciò che è funzionale. Rendendomi conto di questi processi posso fare un lavoro su me stesso di modifica della mia concezione del mondo in modo da trasformare quei pensieri, quelle convinzioni che ti fanno stare male e NON eliminare emozioni. Al massimo i tipi di risposta fisiologica si attiveranno diversamente perché tu hai imparato a vedere le cose sotto una luce diversa.

Secondo me è una cosa che facciamo sempre, e in particolare qui in seducere lo facciamo tutti, ognuno seguendo strade diverse.

A me personalmente quel libro è stato utile e non mi ha mai causato disagio, anzi, è stato anche grazie a quello (e altre letture naturalmente) se sono una persona tutto sommato consapevole e con un certo grado di libertà è più o meno soddisfatta. Con alti e bassi come tutti ma relativamente stabile anche nei bassi.

Quindi che vi devo dire, con me ha funzionato fin dove ho voluto farlo funzionare, quindi non posso mai dirvi avete ragione, ma al massimo che è una cosa soggettiva :smiley: ahah

Anche perché se voi non l’avete ritenuta una lettura utile è legittimo che diciate che è una gran cagata