Hai ragione in quello che dici, ma io quando leggo le vostre zone erronee non è quella l’impressione che ho. Non si tratta secondo me di essere sempre felici e sempre al top, ma si tratta di essere “felici” o meglio sereni, o meglio consapevoli anche quando non lo si è. Inutile incazzarsi se un altro ti offende riprendendo l’esempio di prima, ma sii consapevole che il fatto che ti abbia dato fastidio è successo solo nella tua testa (appunto come dici tu il talamo che manda segnali all’amigdala e bla bla bla).
Non addentriamoci troppo nel funzionamento delle emozioni secondo Ekman e amici, il discorso che stiamo facendo è più filosofico e non si basa neanche secondo me nell’eliminare tutte le emozioni che non siano felicità. E oltre tutto non si parla di qualunque caso in cui si possono manifestare le emozioni. Non ti dice “se vedi un orso, fermati a pensare se la paura è scaturita dal l’orso o dalla tua immagine mentale e da come tu percepisci l’orso”, ma ti dice “togli quei pensieri inutili che ti fanno stare male”. Sei in angoscia per il futuro? Lavora sul presente, avere pensieri negativi per il futuro non serve!
Cioè ti parlo da uno a cui il controllo completo delle proprie emozioni non piace neanche ma il punto non è difendersi dalle emozioni negative, anche perché non esistono emozioni negative o positive ma sono tutte utili, il punto è limitare casomai i PENSIERI negativi e i ragionamenti nevrotici che ci portano in determinati stati d’animo che sono dannosi per la stabilità emotiva. Ecco, questa è la direzione di fondo, la stabilità emotiva, che non significa essere monoemotivi e sempre felici. Chi è stabile emotivamente non è sempre felice ma è a suo agio anche quando non lo è.
Ho capito quello che dici tu, ma sono due tipi di stimoli diversi: uno è determinato da qualcosa come ad esempio lo stimolo-orso che determina stati fisiologici che noi interpretiamo come paura. Qui si parla invece di “pippe mentali” INTERNE, date dal tuo modo di ragionare, dalla tua visione del mondo e dai tuoi valori che ti portano in stati di disagio che non servono. Individuare questi ragionamenti (o meglio ATTEGGIAMENTI) che ti causano disagio e il modo in cui interpreti la realtà, che non è giusto o sbagliato in assoluto, ti spinge a riflettere sulla causa del tuo malessere e ti permette di effettuare aggiustamenti. Ma non sul processo di stimolo–>interpretazione razionale dell’emozione, ma su modifica del sistema di valori e della visione del mondo–>modifica dell’atteggiamento–>modifica NATURALE e spontanea del comportamento. È l’essenza del “miglioramento personale” se vogliamo. Ed è anche come ci fanno comprare la coca cola per dire. Essere consapevoli di tali processi e sfruttarli a proprio vantaggio significa “controllare i pensieri” e di conseguenza come ci sentiamo. Più che emozioni in senso psicologico io direi l’umore forse, ma neanche.
Molti dei suoi concetti li ho sentiti riprendere più volte da più psicologi, alcuni che conosco anche di persona. Oltre che dai monaci zen ahah
Comunque io la vedo così, però riconosco che magari la sua filosofia si presta a interpretazioni leggermente diverse ma io personalmente la vedo come una guida abbastanza completa per affrontare al meglio i nevrotismi della società industrializzata.
Però è sempre un piacere affrontare questi discorsi con te Marcolì